Tutta la Lombardia in zona arancione scuro (o “rafforzato“, come afferma la terminologia ufficiale) a partire dalla mezzanotte di venerdì 5 marzo e per i prossimi dieci giorni. Quindi fino a domenica 14. Questa la decisione verbalizzata dal presidente Attilio Fontana, il quale ha firmato un’unica ordinanza valida per tutto il territorio regionale. Tale ordinanza andrà a ricomprendere anche le precedenti.
In base a tale decisione, tutti gli edifici scolastici (nidi a parte) saranno chiusi e un solo componente per famiglia potrà accedere alle attività commerciali. Solo lo scorso martedì la Regione Lombardia tramite una precedente ordinanza aveva varato la zona arancione scuro (o “rafforzato” che dir si voglia) per diversi Comuni del proprio territorio. Tra essi figuravano l’intera provincia di Como e buona parte delle province di Pavia, Cremona e Mantova.
Zona arancione scuro in Lombardia: Fontana spiega perché
Le ragioni della zona arancione scuro estesa a tutto il territorio regionale sono state spiegate dal presidente della Lombardia Fontana. “La Commissione indicatori Covid-19 Regione Lombardia – le sue parole riportate dall’Ansa – a seguito dell’analisi dei dati effettuata, ha condiviso la necessità di superare la differenziazione tra aree assumendo interventi di mitigazione rinforzati per tutto il territorio regionale“. L’obiettivo, spiega ancora il governatore, “oltre che di contenere l’incremento di contagi“, è quello “di preservare le aree non ancora interessate da una elevata incidenza“.
Da qui anche la raccomandazione di applicare all’interno della Regione Lombardia, oltre alla zona arancione scuro anche altre misure. Si tratta di quelle indicate nell’art. 2 del DPCM 14 gennaio 2021 (ossia, a decorrere dal 6 marzo 2021, del Capo IV del DPCM 2 marzo 2021) previste dalla predetta Ordinanza ministeriale del 27 febbraio 2021, ulteriori misure finalizzate alla prevenzione dal contagio. Tutta una serie di provvedimenti che, come detto, integra e supera le ordinanze che riguardavano solo alcune aree della Lombardia. Andando a ricomprenderle sotto un’unica normativa valida per l’intera Regione.
Il commento della Commissione d’Inchiesta regionale
Sulla questione è intervenuto anche Gianni Girelli, presidente della Commissione d’Inchiesta regionale Covid-19, tramite un comunicato dalle parole di fuoco. La decisione di porre la Lombardia in zona arancione scuro è considerata “improvvisa, sebbene opportuna“. Ma nella nota si afferma che la decisione “ancora una volta mette in dubbio la corretta raccolta e valutazione dei dati. Come mai, infatti, non si è aspettato il parere del Comitato Tecnico Scientifico di domani?“.
Quindi un ulteriore attacco, le cui radici affondano ben prima del varo della zona arancione scura: “Rincorrere la pandemia è stata la strategia di Regione Lombardia per tutta la prima fase. Ma speravamo che l’esperienza avesse portato a protocolli più efficaci, dopo oltre un anno di convivenza forzata col virus. Di più, ricorrere alle ordinanze d’urgenza nel momento in cui stenta a decollare la campagna vaccinale significa non avere pieno controllo della gestione della recrudescenza dei contagi. E speriamo che questo stop non infici la programmazione in atto per le somministrazioni“.
E la chiosa finale di Girelli è ancora più pesante: “Si parla molto di cambio di passo a Roma. Ci piacerebbe conoscere la data del cambio di passo anche qui in Lombardia“.