“Sono stanco, se pensate che sia qui per mettermi contro qualcuno vi sbagliate. Sono uno che cerca di dire quello che osserva e ne inizio ad avere anche le p…. piene“. Il professor Alberto Zangrillo, direttore del reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, non ha usato mezzi termini e ha ridimensionato ancora una volta, dal suo punto di vista, lo stato attuale dell’emergenza coronavirus.
Intervenuto nel corso della trasmissione di La7 In Onda, condotta da Luca Telese e David Parenzo, Zangrillo ha dichiarato: “Quello che accade è evidente: se oggi in Lombardia abbiamo un morto per Covid vuol dire che non sta succedendo nulla, poi possiamo costruire tutte le favole che volete. Questa è la realtà italiana oggi”.
Già nelle ultime settimane il primario di terapia intensiva al San Raffaele si era reso protagonista di dichiarazioni controverse, definendo “clinicamente morto” il virus e riaprendo il dibattito sulle restrizioni per limitare l’impatto della malattia. La Società italiana di medicina generale, attraverso le parole del presidente Claudio Cricelli, aveva definito “senza nessuna base scientifica” le parole di Zangrillo, affermando che potessero essere “causa di disorientamento, inducendo una parte della popolazione a non rispettare le indicazioni di contenimento che invece devono essere mantenute”.
Il parere della Società di medicina generale è vicino a quello del Comitato tecnico scientifico e del Ministero della Salute, che continuano a invitare alla prudenza sostenendo che il virus non possa essere sottovalutato né, tantomeno, dirsi sconfitto.
Zangrillo, però, continua a criticare sia l’atteggiamento del Cts sia quello del governo: “Vi spiego, non faccio parte del Comitato tecnico scientifico, ma mi aspetto che quest’ultimo dica la verità agli italiani – ha chiosato –: uscite tranquillamente, riprendete a vivere, andate al ristorante, andate in banca, andate in vacanza”.
“Se entrate in un locale chiuso mettete la mascherina – ha poi aggiunto, avviandosi alla conclusione del suo intervento – ma continuate a vivere più di prima perché altrimenti la società non parte. Altrimenti tra due anni Conte, se c’è ancora, dovrà andarne a chiedere 800 di miliardi all’Europa“.
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