Brescia, volontari di Ghe Sem! contro le bombe al centro vaccinale

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300 volontari di Ghe Sem!, iniziativa spontanea nata sui social, si sono ritrovati davanti al centro vaccinale di via Morelli, a Brescia, per manifestare contro il lancio di due bombe molotov avvenuto intorno alle 6 di questa mattina.

Non ci sono stati feriti e la struttura, in cui non vengono conservati i vaccini, ha riportato danni limitati al lato del tendone che ospita la sala mensa per gli operatori. Al momento sono ancora in corso le indagini per individuare i responsabili.

300 volontari in risposta alle molotov di questa mattina

Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto a Brescia. Credo che queste persone dovrebbero venire qui a guardare i volti di chi finalmente vuole tornare a vivere”. Queste sono le parole di Giacomo Fisco, Matteo Capriolo e Maddalena Franco, tre dei 300 volontari di Ghe Sem!.

Invece di fare aggressioni noi abbiamo deciso di dare una mano e aiutare. Stiamo attraversando un momento storico e vogliamo viverlo dando il nostro contribuito. Questa è la nostra grande emozione”, hanno aggiunto i tre ragazzi.

I 300 giovani volontari che abbiamo raccolto sono la risposta più bella a questa situazione. La chiusura da parte di alcune persone si può vincere grazie all’impegno delle Istituzioni e a un racconto di quello che succede qui”.

Le vaccinazioni continuano nel centro di via Morelli

Nonostante l’attacco di questa mattina, proseguiranno le somministrazioni nel centro vaccinale di via Morelli. Ad assicurarlo è anche l’Asst Spedali Civili, che ha confermato come, da programma, saranno vaccinati mille anziani over 80. Ci potranno essere, però, dei lievi ritardi.

Al momento gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire quanto accaduto questa mattina. Inoltre, sono state requisite le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza installate lungo la strada. Fino a ora nessuno ha rivendicato l’atto intimidatorio.

Solo due settimane fa, a Roma, si è verificato un episodio simile, quando alcuni ignoti hanno dato alle fiamme il portone dell’Istituto Superiore di Sanità.

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