Sono Blue Panorama, EasyJet, Ryanair e Vueling le quattro compagnie aeree finite nel mirino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha avviato quattro procedimenti istruttori in base a un sempre crescente numero di segnalazioni, da parte dei consumatori, di disservizi e comunicazioni deficitarie in fase di rimborso per voli cancellati. Avviati anche e altrettanti sub-procedimenti cautelari nei confronti delle medesime compagnie. Già nel mese di luglio l’Antitrust aveva avviato procedimenti simili contro altre due compagnie aeree, Alitalia e Volotea. Ecco i motivi della decisione.
L’Antitrust sottolinea mancanze nella comunicazione sui rimborsi
In una nota pubblicata dalla stessa Autorità, si specifica che l’istruttoria riguarda in particolare “la vendita di biglietti per servizi di trasporto aereo in seguito cancellati dalle quattro compagnie a causa del Covid-19, pur essendo programmati per un periodo nel quale non erano più vigenti i limiti di circolazione imposti dai provvedimenti governativi”.
“Adducendo come motivo della cancellazione l’emergenza per la pandemia – si legge ancora nel comunicato -, BluePanorama, Easyjet, Ryanair e Vueling hanno offerto, in alternativa allo spostamento del volo, soltanto l’erogazione di un voucher anziché il rimborso del prezzo del biglietto già pagato, in possibile violazione dei diritti dei passeggeri previsti dal Reg. (CE) n. 261/2004. Inoltre, le compagnie aeree non hanno informato i consumatori sui diritti loro spettanti in caso di cancellazione”. Un comportamento che avrebbe svantaggiato i viaggiatori.
Nel mirino i servizi di assistenza delle quattro compagnie
Non è solo la questione strettamente legata alla vendita dei biglietti e al loro rimborso in caso di volo cancellato ad aver convinto l’Antitrust ad aprire l’istruttoria. L’Autorità, infatti, contesta a Blue Panorama, Easyjet, Ryanair e Vueling anche la predisposizione di un servizio di assistenza penalizzante per il consumatore. In particolare, il servizio sarebbe carente sia per quel che riguarda i tempi di attesa sia per le modalità di contatto a disposizione dei passeggeri. In alcuni casi, sottolinea ancora l’Antitrust, i viaggiatori si sono visti costretti a rivolgersi a numeri telefonici a pagamento. E gli operatori sarebbero stati raggiungibili solo dopo molto tempo.