Varianti del Coronavirus, in Umbria un ricoverato in più ogni ora

Le varianti “brasiliana” e “inglese” del coronavirus stanno mettendo in difficoltà l’Umbria, che da oggi si trova per circa due terzi in zona rossa rafforzata. Nella regione il numero dei ricoverati per Covid sta aumentando di uno ogni ora. Ieri sono stati 26 e hanno portato il totale dall’inizio della pandemia a 484. Oggi, invece, i pazienti ricoverati sono stati 16, 4 dei quali si trovano in terapia intensiva. I nuovi positivi registrati sono stati 190, i guariti 66 e i morti sei (840 in totale). Inoltre, gli esperti hanno analizzato 754 tamponi e 1.390 test antigenici. Con un tasso di positività del 25,1% sui molecolari e dell’8,86% totale.

I focolai delle varianti del coronavirus

Ieri le terapie intensive dell’Umbria risultavano occupate al 56%. Questa percentuale, superiore alla soglia di guardia, rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare. A Perugia preoccupa la situazione dell’ospedale Santa Maria della Misericordia. Nelle ultime settimane la variante brasiliana ha contagiato 30 pazienti e una settantina di medici del nosocomio, 60 dei quali avevano ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid e, in un singolo caso, anche il richiamo.

Cos’è la zona rossa rafforzata?

Nella zona rossa rafforzata, in vigore in tutta la provincia di Perugia e in sei comuni di quella di Terni (Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione e San Venanzo), le misure previste dall’ultimo Dpcm vengono rafforzate da ulteriori restrizioni. L’ordinanza regionale, firmata da Donatella Tesei (presidente della Regione Umbria), stabilisce che “nei comuni specificati saranno sospesi tutti i servizi socioeducativi per la prima infanzia, fino a 36 mesi di età, pubblici e privati e i servizi educativi delle scuole dell’infanzia, statali e paritarie, mentre le classi delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, statali e paritarie, svolgeranno esclusivamente le lezioni con modalità a distanza (Dad). Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educative che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.

Tesei: “Intervento duro, ma necessario”

Tesei ha definito l’istituzione della zona rossa rafforzata “un intervento duro, doloroso, ma importante per evitare la diffusione delle varianti inglese e brasiliana del virus”. “Si tratta di un’ordinanza sanitaria e utilizzata seguendo il principio della massima precauzione, su indicazione specifica della sanità regionale, che si è confrontata a lungo con l’Istituto Superiore di Sanità. La presenza delle due varianti del coronavirus ci ha portato naturalmente a utilizzare il sistema della zona rossa per la provincia di Perugia e per alcuni comuni del Ternano”, ha concluso Tesei.

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