Entro agosto la variante Delta rappresenterà la maggior parte dei contagi da Coronavirus in Italia. E nel mese successivo potrebbero addirittura diventare il 90% del totale. A prevederlo è l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Il cui monito è molto chiaro: “Attenzione ad allentare troppo le misure, altrimenti si rischia un autunno come quello del 2020“. E le varie Regioni d’Italia iniziano a prendere provvedimenti, anche perché i focolai nel nostro Paese già adesso non mancano.
Grande cautela in Lombardia, una delle Regioni più falcidiate dal Coronavirus sia durante la prima che la seconda ondata. “Abbiamo deciso di sequenziare tutti i tamponi positivi“, ha infatti spiegato Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione. In Lombardia la variante Delta è giunta al 3,2% dei contagi complessivi. Peggio va in Campania dove, secondo ‘Repubblica’, sarebbe già presente addirittura nel 25% dei tamponi sequenziati.
I casi già accertati nel napoletano sono infatti 83. In Emilia, invece, la variante Delta ha già colpito nelle province di Bologna, Modena e Piacenza. In Abruzzo è presente nella provincia di Teramo. Ma anche i presidenti di Lazio e Sicilia hanno lanciato un primo allarme. Tanto più che la crescita dei contagi nel nostro Paese è ancora bassa, ma sta galoppando (da 1 a 3,4% nel giro di un mese).
L’Ecdc ha fatto sapere che sono dati da non sottovalutare, invitando i Paesi europei (Italia inclusa) ad accelerare la campagna vaccinale. Tanto più che, come dimostra ciò che sta avvenendo nel Regno Unito, i vaccini sembrano offrire una consistente protezione dalla variante Delta del Coronavirus. Ma è così solo a ciclo completo, e quindi dopo la somministrazione della seconda dose.
Quest’ultima va pertanto accelerata, cosa che la Regione Lazio ha deciso di fare immediatamente. Chi è ancora fermo alla prima dose di AstraZeneca, pertanto, potrà ricevere la seconda già a luglio. Tanto più che il profilo medio del positivo alla variante Delta, attualmente, è quello di un giovane tra i 20 e i 30 anni d’età non vaccinato. E lo dimostra il “caso” di Piacenza, raccontato da ‘Repubblica’ e in cui su 800 contatti di 25 positivi, ben 300 non hanno risposto alla convocazione. E sono tutti giovani non ancora vaccinati, che secondo il quotidiano romano potrebbero aver deciso di “fuggire” dal test nel timore di saltare le imminenti vacanze.
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