Niente terza dose del vaccino anti Covid, “almeno fino alla fine di settembre“. E l’indicazione è particolarmente autorevole, dato che arriva direttamente dall’Oms. Motivo: dare priorità alla vaccinazione di quei Paesi del mondo che per forza di cose sono rimasti indietro nella campagna vaccinale.
Oms: le nuove urgenze contro il Covid
“Abbiamo urgente bisogno di cambiare le cose: da una maggioranza di vaccini che va ai Paesi ricchi ad una maggioranza che va ai Paesi poveri“. Questa l’indicazione del direttore dell’Agenzia dell’Onu, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un briefing sul Covid che l’Onu ha tenuto a Ginevra.
L’Oms aveva già lanciato un allarme a proposito delle nazioni più povere poco più di un mese fa. Bruce Aylward, direttore generale dell’Agenzia, aveva sottolineato che “almeno la metà” degli 80 Paesi a basso reddito coinvolti nell’iniziativa Covax “non ha vaccini sufficienti per svolgere il proprio programma di immunizzazione“. Tale iniziativa, verso fine giugno, aveva permesso la consegna di 90 milioni di dosi a 131 Paesi in via di sviluppo.
Vaccino, Ecdc ed Ema ne spiega l’importanza
Chi si sofferma sul ciclo vaccinale in corso sono invece Ecdc ed Ema. “La vaccinazione completa offre un grande livello di protezione contro la malattia grave e la morte causata dal virus Sars-Cov-2, incluse le sue varianti come la Delta. Anche se l’efficacia dei vaccini è molto alta, nessuno lo è al 100%. Un numero limitato di infezioni in chi ha concluso il ciclo è atteso. Tuttavia il vaccino, quando avviene l’infezione, può prevenire la malattia grave“, affermano le due agenzie europee.
Anche perché il Covid è ancora in circolo, e il numero di persone immunizzate non è ancora sufficiente a garantire una protezione completa. “Il rischio non è alle spalle. Stiamo vedendo un aumento del numero di casi in Unione europea, e il vaccino rimane l’opzione migliore possibile per evitare un aumento dei casi gravi e dei morti“, ha affermato Mike Catchpole, chief scientist dell’Ecdc.