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A Bologna i vaccini si fanno fuori da scuola. Questa è la decisione dell’Istituto secondario Belluzzi-Fioravanti in partnership con l’Ausl di Bologna. “Il nostro è un messaggio di educazione alla salute e di collaborazione tra le istituzioni – ha dichiarato il dirigente scolastico, Edoardo Soverini -. Ma ci teniamo a sottolineare che lasciamo la totale libertà di adesione agli alunni e alle famiglie”.
Il dirigente scolastico ha poi sottolineato come si sia da sempre “cercato di garantire l’accesso” al vaccino “anche ai lavoratori” del comparto scuola, ora sottoposti all’obbligo vaccinale. L’obiettivo dichiarato è di “aumentare il più possibile la vicinanza fra sanità e scuola“, sempre con un intento e una “finalità educativa”.
Il Belluzzi-Fioravanti di Bologna è infatti “da molti mesi in stretto contatto e in stretta collaborazione con la Usl – ha aggiunto Soverini -. Tanto è vero che siamo capofila di una rete di scuole che ha fa partire i servizi del presidio scolastico di educazione alla salute“.
Da segnalare, inoltre, qualche coro di protesta da parte di un piccolo gruppo di studenti nei confronti del dirigente scolastico. Alcuni giovani hanno urlato slogan come “Libertà” e “No green pass” in favore di microfoni. “Purtroppo vedete che la sensibilità non è sempre quella che si vorrebbe”, ha replicato Soverini.
Per l’occasione era presente presso la clinica mobile anche Paolo Pandolfi, dirigente medico dell’Ausl di Bologna. “È importante – ha commentato – per il servizio sanitario portare in prossimità delle scuole l’opportunità delle vaccinazioni alla categoria che in questo momento è quella meno coperta”.
Pandolfi ha infine ricordato che, al momento, la copertura vaccinale fra i 12-19enni si attesta oltre l’85% per la prima dose e attorno all’80% per la seconda. La campagna per i bambini è invece iniziata il 16 dicembre e a Bologna hanno già ricevuto il vaccino in 2mila circa.
Bisogna “avvicinarsi a questa fascia popolazione che ci preoccupa perché li sta girando di più il virus, perché li non c’è proprio copertura – ha ribadito Pandolfi -. Su dieci contagiati, bambini sono fra un terzo e il 40%. Questa è la categoria più critica“.
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