La somministrazione della seconda dose dei vaccini prodotti da Pfizer-BioNtech e Moderna va estesa a 42 giorni. È infatti “raccomandabile” un suo prolungamento nella sesta settimana dalla prima dose. Lo afferma il Cts, come si può leggere in una circolare diffusa dal ministero della Salute.
Il monito del Cts: “Troppi soggetti ancora a rischio”
Il Comitato tecnico scientifico ha infatti sottolineato che “una quota significativa di soggetti non vaccinati, per connotazioni anagrafiche o patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di COVID-19 gravi o fatali“. Proprio per questo motivo si ritiene necessario prolungare i tempi di somministrazione della seconda dose di vaccino alla cittadinanza. Non senza che, in tal senso, ci sia qualche intoppo.
Si ricorda infatti che il governo Draghi ha dettato “regole ferree per la vaccinazione delle categorie più fragili“. Una campagna di somministrazione del vaccino che però sta affrontando alcune falle, come la circolare evidenzia. “Nella stragrande maggioranza dei casi – si legge – le stanno rispettando. Chi decide di operare diversamente lo fa in maniera arbitraria. Dobbiamo correre tutti nella stessa direzione“.
Vaccino, il nodo AstraZeneca e le risposte
Altro tema sempre caldo riguarda i cittadini la cui prima dose è stata di AstraZeneca. Sono infatti sempre maggiori le richieste da parte di singoli cittadini di poter utilizzare Pfizer. E ancora più preoccupanti sono le percentuali di chi rifiuta il farmaco anglo-svedese. Anche su questo si è concentrato il Cts. Tutti coloro che non hanno sviluppato eventi di trombosi rare, infatti, “non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino“.
Le trombosi rare risultano infatti essersi verificate solo dopo la prima dose. Tale posizione, afferma il Cts, “potrà essere eventualmente rivista se dovessero emergere evidenze diverse nelle settimane prossime“. Tali evidenze, si spiega, possono derivare “in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che nel Regno Unito hanno ricevuto la seconda dose“.