C’è un grosso problema con le dosi di vaccino, in particolare per quanto riguarda quelle necessarie per il richiamo. A fare il punto sulla situazione è il ‘Corriere della Sera’, che spiega come le scorte siano vicine ad esaurire. E sono necessarie, appunto, per la seconda somministrazione.
I numeri delle dosi di vaccini attualmente in Italia
In magazzino ci sarebbero al momento appena tre milioni di dosi di vaccino, che in molte aree del Paese è però necessario conservare e preservare proprio per avere a disposizione una riserva in vista degli imminenti richiami. Molte Regioni, peraltro, hanno hub, farmacisti e volontari in stand by perché manca la materia prima. Il motivo è stato messo in evidenza dall’infettivologo Massimo Galli: “Senza AstraZeneca, abbiamo solo due gambe per il nostro sgabello“.
I numeri sono scritti nero su bianco, e autorizzano l’inquietudine che anche alcune Regioni hanno già evidenziato. AstraZeneca ha infatti confermato un nuovo ritardo nella consegna del vaccino: il 14 aprile in Italia arriveranno 175 mila dosi invece delle 340 mila inizialmente attese. In assenza di ulteriori intoppi, le altre saranno sul territorio tra il 16 e il 23 aprile.
L’ansia delle Regioni, la calma di Figliuolo
Amara l’ironia di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: “Non si possono fare le nozze con i fichi secchi. La prossima settimana arriveranno 13 mila dosi di AstraZeneca, praticamente niente. Poi 126 mila di Pfizer e 14 mila di Johnson & Johnson. Pare, invece, che di Moderna non arrivi niente fino a fine mese. Noi siamo pronti, ma siamo costretti a esercitazioni dilettantesche“. E il vaccino scarseggia anche altrove. Nel Lazio si sta procedendo con 25 mila somministrazioni invece delle 50 mila previste proprio perché scarseggia la materia prima. In Piemonte, su 190 punti vaccinali attivi, alcuni sono inoperativi perché le dosi disponibili non sono sufficienti.
Intanto il generale Francesco Paolo Figliuolo va avanti per la sua strada. “Siamo in linea con il piano“, afferma. Ma occorre accelerare, in particolare se si vuole raggiungere l’obiettivo delle 500 mila somministrazioni quotidiane entro fine mese e quello più a lungo termine del 70% di popolazione immunizzata entro settembre. Il contratto prevede 8 milioni di dosi di vaccino nel mese di aprile, ma già esiste un ritardo di 200 mila somministrazioni. Per recuperare servirebbe da subito procedere a un ritmo di 460 mila al giorno, ma attualmente siamo a 300 mila. Un bel nodo, soprattutto se bisogna fare i conti con una dispensa più vuota di quanto sarebbe auspicabile.