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Nonostante lo stop del vaccino di Oxford e AstraZeneca di qualche giorno fa, l’attività di ricerca di Irbm non si è mai fermata. “L’ok della commissione scientifica indipendente è stato così veloce che non ci ha dato il tempo di fermarci“, spiega Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato della società di Pomezia. “È normale in fase tre uno stop per criticità, perché il campione di volontari contiene anche persone con fragilità. Inoltre, la metà dei volontari è trattata con un placebo“, aggiunge. “Noi siamo un centro di ricerca e stiamo operando per il controllo dei test delle produzioni che vengono fatte in siti al di fuori dell’Italia“, spiega Di Lorenzo. “Ci siamo impegnati con il ministro Speranza e AstraZenca che se lo riterranno indispensabile un nostro impegno nella produzione noi lo faremo e ci impegneremo a fornire 10 milioni di dosi di vaccino all’anno“.
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“Velocità sperimentazione non vuol dire vaccino non sicuro”
“Ci sono dei dubbi che siccome questa sperimentazione è fatta in tempi molto ridotti, questo vada a scapito della sicurezza del vaccino. Non è assolutamente così. Quello che si sta recidendo draconianamente sono i tempi burocratici“, prosegue Di Lorenzo. “Per trovare i volontari per il vaccino anti Ebola ci volle un anno, per il Coronavirus tre ore“, spiega. Sui tempi di approvazione dell’Aifa dice: “Le agenzie regolatorie hanno raccomandato di tenerle aggiornate. Loro sanno già tutto e nel giro di pochi giorni possono dare l’ok“. Sui tempi della commercializzazione si pensa che “i primi 2-4 mesi il vaccino sarà riservato alle categorie a rischio, poi andrà in farmacia“. Sull’eventualità di fare dei richiami ammette: “Lo scopriremo vivendo. Il candidato vaccino si sta dimostrando duraturo. Ma la sperimentazione andrà avanti di sicuro per un anno dopo la validazione. Perché va visto con una sperimentazione scientifica rigorosa quanto tempo dura”