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Secondo l’assessore al welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, tra il 7 e l’11 aprile, tutti gli over 80 aderenti alla campagna vaccinale tramite il portale di Aria e presentati senza l’sms di conferma davanti ai centri di somministrazione sarebbero stati tutti vaccinati. La realtà però sembra diversa. Alcuni sindaci, tra cui Sara Bettinelli di Inveruno e Giuseppe Pignatiello di Castano Primo, sono stati letteralmente sommersi da segnalazioni di persone rimandate a casa senza il vaccino. “Sono andato di persona all’ospedale di Cuggiono per vedere la situazione“, spiega Pignatiello, “e ho trovato persone arrabbiate e deluse perché rimandate a casa. A gestire il flusso c’erano due volontari che prendevano nota delle generalità delle persone a penna su di un foglio di carta, dicendo che sarebbero stati ricontattati; ad oggi 14 aprile però ricevo molti messaggi di cittadini che non sono stati ancora chiamati“.
I disagi degli over 80 a Cuggiono e Inveruno
Anche Gian Carla, figlia di una signora di 84 anni, presentata a Cuggiono il 7 di aprile conferma. “A mia mamma non hanno fatto il vaccino, mi hanno detto di lasciare il nome e il numero di telefono per essere richiamata. È passata più di una settimana ma al momento nessun contatto. Come me“, aggiunge, “sicuramente c’erano almeno duecento persone solo a Cuggiono“. Anche il sindaco di Inveruno racconta di innumerevoli disagi: “Non ho il dato preciso, ma solo qui nel mio comune le persone over 80 rimandate a casa senza vaccino sono almeno 50. È un dato che non riguarda solo noi, ma almeno tutta la città metropolitana di Milano. Non è possibile lasciare persone anziane nel limbo senza risposte“.
Bussolati: “Potrebbero esserci 25mila anziani dimenticati”
A confermare la portata numerica dei “fantasmi del vaccino” anche il Consigliere Regionale Pietro Bussolati: “Gli over 80 nel limbo senza vaccinazione e dimenticati potrebbero essere addirittura 25mila. La cosa grave è che non c’è alcun processo in atto per andarli a recuperare“. “Mia mamma ha perso la speranza mentre io sono arrabbiata“, conclude Gian Carla. “È un anno e mezzo che è chiusa in casa senza poter uscire; sta deperendo fisicamente e mentalmente. Darle il vaccino significherebbe farla tornare alla libertà“.