Una voce storica del mondo del calcio si è spenta a 86 anni: addio a Bruno Pizzul

La sua carriera, iniziata nel 1969 in Rai, ha segnato un’epoca, rendendolo un simbolo indiscusso del giornalismo sportivo. Ha fatto parte di alcuni dei momenti più emozionanti nella storia del calcio

Bruno Pizzul al suo ritorno come telecronista per La7
Bruno Pizzul al suo ritorno come telecronista per La7 | ANSA / GIORGIO BENVENUTI – Newsby.it

La scomparsa di Bruno Pizzul, avvenuta all’ospedale di Gorizia pochi giorni prima del suo 87esimo compleanno, ha lasciato un segno profondo nel mondo del calcio e del giornalismo sportivo italiano. Nel corso degli anni Pizzul si è affermato come una delle voci più iconiche del panorama calcistico nazionale. La sua carriera, iniziata nel 1969 in Rai, ha segnato un’epoca, rendendolo un simbolo indiscusso del giornalismo sportivo.

Nato a Udine l’8 marzo 1938, Pizzul ha iniziato la sua avventura nel calcio da giovane, giocando nella squadra parrocchiale di Cormons e nella Pro Gorizia. La sua carriera da calciatore professionista è iniziata nel 1958 con il Catania ed in seguito è proseguita nell’Ischia, nell’Udinese e nel Sassari Torres, ma un infortunio al ginocchio ha interrotto bruscamente il suo sogno. Tuttavia, la sua passione per il calcio non si è affievolita; anzi, lo ha spinto verso una carriera nel giornalismo sportivo.

L’Inizio della carriera in Rai

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e aver insegnato nelle scuole medie, Pizzul ha partecipato a un concorso per radio-telecronisti.

Bruno Pizzul durante una conferenza stampa
Bruno Pizzul durante una conferenza stampa | ANSA/ ALESSANDRO DI MEO – Newsby.it

Questo lo ha portato al suo esordio in Rai, il 8 aprile 1970, durante un spareggio di Coppa Italia tra Juventus e Bologna. Nonostante un inizio in ritardo (i telespettatori poterono ascoltare la sua voce solo dal sedicesimo minuto in poi), il suo talento è emerso rapidamente, facendolo diventare il volto e la voce del calcio italiano.

Le telecronache iconiche

Pizzul ha commentato le partite della Nazionale per ben 16 anni, dal 1986 al 2002. Durante questo periodo, ha raccontato le emozioni di cinque Coppe del Mondo e quattro Campionati Europei. Alcuni dei suoi momenti più memorabili includono:

  1. Notti magiche del Mondiale 1990: L’Italia, sotto la guida di Azeglio Vicini, conquistò il terzo posto;
  2. Celebre “Robertobaggioooo”: Pronunciato durante il rigore di Roberto Baggio nella semifinale del 1994 contro il Brasile, è diventato un mantra per gli appassionati di calcio;
  3. Telecronaca della finale di Coppa dei Campioni del 1985: Un evento drammatico segnato dalla tragedia dell’Heysel, che Pizzul ha descritto come “la telecronaca che non avrei mai voluto fare”.

L’eredità indelebile di Bruno Pizzul

Oltre alle partite della Nazionale, Pizzul ha condotto programmi di successo come “Domenica Sportiva” e “Sport Sera”, trasformando ogni telecronaca in un evento unico. La sua professionalità e passione hanno elevato il ruolo del telecronista a figura centrale nell’esperienza del calcio in TV.

Dopo il suo congedo dalla Rai nel 2002, Pizzul ha continuato a essere una presenza nel mondo del calcio, partecipando come commentatore e opinionista in vari programmi. La sua carriera si è conclusa con un ultimo incarico su Dazn, dimostrando che la sua passione per il calcio rimaneva intatta.

La scomparsa di Bruno Pizzul segna la fine di un’era per il giornalismo sportivo italiano. La sua voce, carica di emozione e competenza, ha accompagnato le gioie e i dolori del calcio, diventando parte della storia di questo sport. L’eredità che ha lasciato continuerà a vivere attraverso le generazioni future, portando avanti la sua passione per il calcio e il suo amore per il racconto.

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