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Un flash mob in sostegno dei migranti e contro le frontiere. È quello che si è tenuto oggi a Torino per sensibilizzare sulla drammatica situazione dei migranti sulla rotta balcanica.
“Rappresentava il ripetuto tentativo di umani come noi di entrare. Ma anche di poter attraversare dei confini politici e immaginari e il ripetuto rifiuto delle persone che vivono e che hanno la fortuna di stare al di qua di questi confini”, ha detto Mattia D’Agostino, tra gli organizzatori dell’iniziativa “Un ponte di corpi”, manifestazione promossa da Lorena Fornasir, attivista sulla rotta balcanica.
“Si continua a vedere queste persone come dei numeri. A leggere delle loro morti come se fosse una notizia sportiva, anzi con meno enfasi, e questo non è giusto”, ha spiegato D’Agostino. “Siamo coinvolti con diverse piazze italiane ma ci sono anche piazze internazionali. Alcuni sono a Claviere al confine, mentre altri al confine con la Slovenia. Le condizioni di queste persone erano pessime anche prima del Covid, ma un tampone negativo sta diventano un’altra scusa per respingere i migranti alle frontiere”, ha concluso l’organizzatore del flash mob.
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Il flash mob, come detto, si tiene in tantissime piazze italiane. A Milano, ad esempio, la manifestazione “Un ponte di corpi” si è tenuta in piazza ventiquattro maggio. “Questa mobilitazione ha come obiettivo quello di chiedere il rispetto del diritto di asilo dei migranti”. È quanto spiegato da Ginevra Battistini, giornalista e attivista di “Un ponte di corpi Milano”.
Con il flash mob si chiede quindi che venga prestata più attenzione, da parte, sia delle istituzioni, che dei cittadini, alla drammatica situazione dei migranti.
Inoltre, l’obiettivo è quello di dire no alla violenza dei respingimenti che non consentono la legittima presentazione dei diritti di asilo. Ma anche dire basta al razzismo e alla discriminazione, favorendo il diritto agli spostamenti liberi.
Tra settembre e dicembre 2020 si stima che, alla frontiera italo – francese di Clavière, siano passate oltre 4700 persone. Tutte sono arrivate attraverso la rotta balcanica e quella del Mediteranno. La maggior parte proviene da: Afghanistan, Iran, Africa e Pakistan.
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