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Costantino Saporito e Svitlana Hryhorchuk (di origine ucraina), entrambi sindacalisti USB, rispettivamente marito e moglie, hanno creato insieme a Napoli un canale sicuro aiutando oltre mille profughi a venire in Italia. “In tutti questi viaggi ci siamo accorti che mancano le istituzioni“, affermano a malincuore.
Costantino e Svitlana spiegano come purtroppo ci siano delle evidenti criticità nell’accoglienza. Intere famiglie, infatti, sono costrette a pagare ingenti somme di denaro per il viaggio. “Abbiamo creato, in un modo o nell’altro, un canale abbastanza sicuro dall’Ucraina all’Italia“, ha sottolineato Saporito. “Nel primo viaggio ho raggiunto il campo profughi allestito vicino al fiume. Faceva molto freddo, e quella notte ha anche iniziato a nevicare“, ha aggiunto la moglie.
“Quando sono arrivata lì, ovviamente, mi sono rivolta all’ufficio immigrazione per recuperare i miei genitori. Si sentivano molto i pianti dei bambini – è la drammatica testimonianza della donna di origine ucraina –. Erano i primi giorni in cui la gente si spostava a piedi, perché non c’erano mezzi. Ho portato via i miei genitori, ma ho promesso di tornare. Ero lì per salvare la mia famiglia, ma ho detto loro che saremmo ritornati per salvare e portare via tutte le persone possibili“.
“Non si può pensare che l’accoglienza siano Costantino e Svitlana – ha poi voluto chiarire l’uomo –. L’accoglienza è un sistema, legato a una burocrazia che deve dare la possibilità di accogliere queste persone. Anche attraverso un piano di Protezione civile. Ma, soprattutto, accoglierli bene“. E Svitlana ha spiegato perché: “Già nei primi giorni si è diffuso il passaparola che ai confini tra Polonia e Ucraina si avvicinava gente strana. Guarda caso, anche da Napoli, sono venuti con le macchine per offrire accoglienza a donne e bambini. Poi, però, non sono mai giunti a destinazione“.
Ciò che è emerso, in altre parole, è che in Ucraina si sono recate persone disposte ad accogliere “a convenienza” giovani ragazze sfruttandole come “badanti”. “Sto monitorando un gruppo di segnalazione di donne, che si sono trovate in situazioni particolari“, è la denuncia di Svitlana. Tantissime donne e bambini, inoltre, necessitano di assistenza sanitaria per problemi di salute o perché traumatizzati dalla guerra. “A volte arrivano senza soldi, senza documenti, con i vestiti strappati o lacerati. Capita che scendano dai treni dopo viaggi di due-tre giorni. Sul territorio abbiamo strutture immense, dove poter accogliere migliaia di persone. E si può fare qualcosa di molto più strutturato, perché molti di loro hanno professionalità che possono inserirsi benissimo anche in un contesto lavorativo“, hanno concluso i due sindacalisti.
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