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Nell’aderire alla giornata di digiuno e preghiera indetta da Papa Francesco, la Casa della Carità e la parrocchia di Gesù a Nazaret hanno organizzato una fiaccolata per la pace attraverso il quartiere Adriano. Numerosi i cittadini che hanno preso parte alla camminata silenziosa, tante anche le bandiere dell’Ucraina.
Le dolorosissime parole di Don Virginio
“La logica della guerra, che non è mai giusta, va interrotta per sempre e in ogni luogo. Diamo vita insieme a un cammino di pace, nel giorno in cui Papa Francesco ci ha invitato al digiuno e alla preghiera“. Così ha parlato don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità. Oltre ai colori dell’Ucraina, i partecipanti hanno portato con sé quelli della pace tramite le bandiere arcobaleno. Tanti anche i vessilli completamente bianchi, con la parola “pace” scritta in tutte le lingue del mondo.
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Dolorosissime le parole usate da Don Virginio Colmegna nel suo intervento, come profondo è il dolore per la guerra in Ucraina. “Dove sei Dio? È una domanda che viene dal più profondo di me stesso, sconvolto dal dolore folle e violento, che lacera il cuore dell’umanità. Cantine, stazioni di metrò affollate da bimbi. Aggrappate al corpo di mamme tristi, col volto solcato da lacrime impotenti“, sottolinea il presidente della Casa della Carità di Milano.
La guerra in Ucraina come l’agonia di Gesù crocifisso
Quindi Don Virginio ha posto l’accento anche su chi sta lasciando l’Ucraina: “Carovane di poveri che solcano il deserto di strade vuote. Che assaltano treni, si mettono in viaggio per un tempo interminabile per fuggire dalla barbarie folle e assassina. La civiltà è impazzita, di falsa onnipotenza“. Quindi si rivolge di nuovo a Dio: “Dove sei, o Dio? Sei con i poveri cristi, sei con loro? Perché permetti tutto questo dolore? Allontana da noi per sempre la parola guerra per ricostruire insieme orizzonti di pace“.
E il presidente della Casa della Carità di Milano, con voce tremante, ha espresso con una preghiera il suo sconforto e ha chiesto che la guerra in Ucraina cessi il prima possibile. “Gesù, tenero e mite, senza potere, svuotato dalla ricchezza dei potenti, posseduti ormai da satanica violenza, perché permetti che la morte di vittime innocenti sconvolga così tanto la storia che viviamo? Trattengo in me la domanda senza risposta. Mi inginocchio in silenzio e adorante, e ascolto vibrare in me il tuo grido fragile e tremante. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Affiora in me debole e roca la preghiera della tua agonia. So che sei con noi in questo calvario“, ha concluso Don Virginio.