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Coldiretti ha avviato la “Spesa sospesa per l’Ucraina“, dando la possibilità a tutti i cittadini di fare offerte per acquistare prodotti nei mercati contadini di Campagna Amica. Tali beni poi saranno inviati ai civili del martoriato Paese, dove iniziano a scarseggiare le scorte alimentari, o donati alle migliaia di profughi che stanno arrivando in Italia.
I beni destinati all’Ucraina sono dei più vari. “Frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare Made in Italy, di qualità e a km zero tra quelli proposti dagli agricoltori di Campagna Amica con il supporto dei giovani e delle donne della Coldiretti“. Lo racconta Danilo Marino, responsabile del mercato di Campagna Amica, in zona Porta Romana, a Milano.
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Nelle strade di Milano sono comunque diverse le iniziative benefiche con il medesimo scopo. Una di esse è in via Meda 50. Qui si inscatolano centinaia di pacchi diretti in Ucraina, contenenti ogni genere di bene di prima necessità: dai vestiti alle medicine, dai cibi a lunga conservazione ai giocattoli. Senza dimenticare coperte e articoli sanitari.
Ad occuparsene decine di volontari giunti a dare una mano alla Chiesa cattolica, di rito bizantino, dei Santi Giacomo e Giovanni, punto di riferimento della comunità ucraina. Qui da giorni va avanti una vera e propria gara di solidarietà da parte dei milanesi. A coordinare gli aiuti è il parroco don Igor Krupa. “Tutta questa solidarietà è bellissima e inaspettata, e vi ringraziamo. Manderemo tutti gli aiuti direttamente in Ucraina, ma servono cose concrete. Dobbiamo diventare coloro che costruiscono la pace, non soltanto parlano della pace“, le sue parole.
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E ovviamente anche il Consolato dell’Ucraina a Milano, alla periferia della città, è in fermento. Dall’inizio della guerra sono al lavoro volontari, onlus, persone comuni, cittadini ucraini, italiani. Di ora in ora procurano pacchi di medicinali, indumenti, generi di prima necessità. E le persone lavorano freneticamente, non c’è tempo da perdere. Tutto deve essere spedito rapidamente, le vittime non possono aspettare.
Infine, un aspetto non da poco: c’è anche la voglia di dire qualcosa per i tanti bimbi, i moltissimi civili uccisi in Ucraina. I fiori, lasciati all’ingresso, lo testimoniano. Così come i milanesi che passano per dire una parola di conforto e per chiedere se si può fare qualcosa, in che modo dare un contributo. Il clima è di grande gentilezza da parte del personale della sede diplomatica.
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