Una maggioranza di italiani silenziosa ha deciso di alzare la voce contro i No Green pass che ogni settimana immobilizzano le città tra cortei e proteste. Hanno iniziato i Sì vax di Trieste, che su change.org hanno lanciato una raccolta firme per far capire che la loro città non è quella dei portuali o dei negazionisti. Ma molto di più. 40mila in pochissime ore (ma aumentano di minuto in minuto). L’obiettivo dell’appello, lanciato da Mitja Gialuz, docente e presidente della società di vela che organizza la Barcolana e Tiziana Benussi, avvocato, è chiaro: “Trieste è scienza, lavoro, cultura e responsabilità”. Una mobilitazione che, partita dal capoluogo del Friuli Venezia Giulia, potrebbe coinvolgere tutta l’Italia visto il massiccio numero di adesioni.
“Nelle settimane scorse”, si legge nel testo della petizione dei Sì vax di Trieste, “la nostra città è stata teatro di manifestazioni contro il Green pass: da qui è nata l’idea che Trieste sia la capitale italiana dei no vax, dei no Green pass e della cultura antiscientifica. Trieste non è questo. E vuole dirlo a gran voce. Trieste è la capitale italiana della scienza e della scienza si fida. È una città che ha sofferto a causa di una pandemia che ha stroncato troppe vite, ha fatto soffrire tante persone e ha depresso l’economia”.
E ancora. “Il vaccino ci restituisce la libertà. La libertà di essere curati. La libertà di lavorare e di fare impresa. Di studiare in classe e nelle università. La libertà di coltivare i propri interessi e di riprendere una vita sociale. La libertà di fare sport e di viaggiare. Chi combatte contro i vaccini e contro il green pass non deve mettere in pericolo queste libertà e la salute dei cittadini; non può danneggiare l’economia”.
Parole sottoscritte appieno dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. “Non si può tornare a mesi fa a tutte le persone di buon senso con calma e tranquillità. Alziamo la voce anche noi. Iniziamo a farci sentire. Trieste è fatta da persone che si sono sacrificate. E che sanno capire che un posto in terapia intensiva in meno occupato va a chi ne ha bisogno per altre patologie”. “Il vaccino”, ha aggiunto il presidente leghista, “c’è funziona e ha pochissime controindicazioni. Non ha per nulla natura carattere sperimentale”.
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