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Procedono in modo ordinato, nella stazione di Milano centrale, le procedure per l’accesso ai treni dei passeggeri alla ripresa dei viaggi interregionali. Chi parte è sottoposto al controllo della temperatura con il termoscanner. “Aspettavo questo momento da almeno due mesi“, racconta un ragazzo in partenza per Genova. “Io mi trovavo all’estero e sono dovuto tornare per necessità. Mi ha ospitato mia sorella e fortunatamente non dovevo pagare affitto. Però senza lavoro è stato difficile, sia mentalmente che economicamente“, aggiunge.
Una nuova vita: “Ci sentiamo di nuovo liberi”
Al bordo di uno dei treni a lunga percorrenza, anche una giovane in partenza per la Sicilia: “Sto raggiungendo la provincia di Messina, sarà un viaggio molto lungo. Sicuramente è stato un cambio di vita. Ci si deve abituare, ma era quello che ci serviva“.
Le procedure sono più snelle anche perché non c’è più l’obbligo di autocertificazione per motivare il viaggio, mentre gli altoparlanti continuano a raccomandare il rispetto della distanza e delle altre regole di sicurezza. “Dobbiamo solo un po’ imparare le nuove indicazioni e c’è un po’ di confusione. Ma è bellissimo, ci si sente più liberi“, spiega una signora. Sui treni molti cittadini che raggiungono le famiglie, molti altri che vanno a lavorare: “Non si può vivere solo per non prendere il Covid“, sottolinea uno di loro.
Treni, la ripartenza da Torino: tante storie
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E anche a Torino i treni sono tornati a riempirsi. “Io ero a Torino per accompagnare mia sorella, venuta in Piemonte perché la Sanità in Calabria non funziona come dovrebbe“, racconta una signora sul primo Frecciarossa per Reggio Calabria in partenza da Torino. “È andato tutto bene grazie ai medici del Mauriziano. Il Coronavirus ha messo in evidenza problemi gravissimi, urgenti. Non è concepibile che la gente del Sud venga al Nord per curarsi, così come non è concepibile che il Freccia Rossa arrivi solo ora a Lamezia Terme. Siamo trattati da paese del Terzo Mondo“.
Sui treni per tornare al Sud, oggi 3 giugno in cui sono stati riaperti i confini delle Regioni, ci sono tante storie. In tanti scendono per rivedere la famiglia: “Sarei dovuta scendere a Pasqua, è da Natale che non vedo la mia famiglia. Avevo prenotato il 18 maggio ma mi hanno annullato il viaggio, è stato davvero difficile organizzare“.