Torino, protesta dei commercianti: “Vogliamo rispetto”

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Giornata di protesta per i commercianti della città di Torino, che sono scesi in piazza questa mattina per manifestare contro i provvedimenti anti Covid presi dal governo. “Questa protesta avviene a quasi un anno dal primo lockdown, alcune imprese sono chiuse da un anno come il turismo. C’è un’incertezza dei dpcm, dell’arancione, rosso e giallo che le persone non riescono più a capire. Siamo allo stremo, senza certezza. Diciamo no ai ristori, insufficienti, discontinui“. Così Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino, durante la protesta dei commercianti.

Protesta commercianti, le richieste

In piazza era presente anche Alessandro Mautino, presidente di Epat (Associazione Pubblici esercizi di Torino). “Le richieste principali sono: basta disparità di trattamento, che ci venga data la possibilità di lavorare rispettando le regole. Noi abbiamo sempre dimostrato senso di responsabilità e siamo pronti a chiudere se necessario, ma è inaccettabile la mancanza di puntualità nelle decisioni. Chiediamo più rispetto“, le sue parole.

Torino, i ‘fantasmi’ delle palestre: “Siamo invisibili”

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Oltre ai commercianti, anche i gestori e gli addetti del settore palestre hanno voluto manifestare tutto il proprio dissenso nei confronti delle decisioni dell’esecutivo. Paolo Donato è uno degli organizzatori della protesta, tenutasi davanti alla Regione Piemonte con i partecipanti che si sono travestiti da fantasmi.

Vogliamo dimostrare che il nostro settore è diventato un fantasma, nel 2020 siamo stati chiusi per cinque mesi con costi altissimi. Abbiamo avuto il 4% del fatturato, per un settore che fattura 2 miliardi e 700 milioni di euro e conta 120mila addetti che fanno salute e prevenzione. Da parte del governo siamo stati percepiti come qualcosa di superfluo, ma non è così. Siamo fondamentali perché proteggiamo le fasce più deboli che seguivamo portandole al benessere. Non esiste evidenza scientifica nel mondo che ci sia stato un focolaio in una qualsiasi palestra. Non siamo arrabbiati ma frustrati e delusi perché invisibili“, ha spiegato Donato.

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