Dai campi di calcio alla poltrona di sindaco. Questa la parabola di Damiano Tommasi, nuovo primo cittadino di una Verona che con la sua elezione (e la spaccatura dei rivali alle urne) torna a una rappresentanza di centrosinistra per la prima volta dal 2007. Non si tratta però di un passaggio estemporaneo dallo sport alla politica, dato che l’ex centrocampista di Hellas e Roma è stato sindacalista, presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) e consigliere federale in FIGC. Resta però un caso assolutamente non isolato di eroe del pallone premiato alle elezioni.
Innanzitutto è giusto ricordare che Tommasi non è il primo calciatore divenuto sindaco in Italia. Prima di lui stessa sorte avvenne a Carlo Nervo, apprezzata ala destra del Bologna a cavallo degli anni ’90 e 2000. In grado di raggiungere anche la Nazionale durante l’era Trapattoni, divenne poi primo cittadino di Solagna (provincia di Vicenza) in una lista civica affiliata all’allora Lega Nord.
Chi non raggiunse la carica di Tommasi e Nervo, ma ci provò, fu invece Giovanni Galli. Campione del mondo 1982 (era riserva di Zoff) e poi simbolo del Milan di Arrigo Sacchi, l’ex portiere si candidò a sindaco di Firenze nel 2014 per il centrodestra. Ma alle urne gli fu preferito un allora poco conosciuto ma già estremamente rampante Matteo Renzi. Entrarono invece in giunta Alessandro Altobelli (a sua volta campione del mondo nel 1982, lo storico bomber dell’Inter fu Assessore allo Sport a Brescia per la DC), Giuseppe Incocciati (già attaccante per Milan, Pisa e Napoli, nel 2000 divenne Assessore per lo Sport a Fiuggi. Lo candidò Forza Italia) e Fabio Rustico (ex difensore dell’Atalanta e poi Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili a Bergamo nel 2004-2008 per il centrosinistra).
Meno fortunati rispetto al compagno Altobelli furono gli altri due attaccanti titolari dell’Italia campione del mondo 1982. Sia Paolo Rossi che Francesco “Ciccio” Graziani si presentarono alle elezioni per il centrodestra (rispettivamente Alleanza Nazionale e Forza Italia). Non riuscirono però a essere eletti, il primo all’Europarlamento e il secondo al Senato. Sorte analoga per Marco Tardelli, mancato europarlamentare per il PD nel 2004. Chiudiamo la carrellata su quella Nazionale con Pietro Vierchowod, che in Spagna andò da stopper della Fiorentina ma divenne immortale alla Sampdoria. Meno nelle elezioni a sindaco di Como del 2012, quando lo votarono appena in 1.017. Un risultato ben diverso da quello di Tommasi. Ci andò molto più vicino Amedeo Amadei, centravanti della Roma del primo scudetto del 1942. Dieci anni dopo, nel 1952, arrivò appena secondo alle elezioni, e al Campidoglio andò Salvatore Rebecchini.
Chi poteva diventare assessore a Napoli ma non ne ebbe modo fu invece Fabio Cannavaro. Il capitano dell’Italia mondiale del 2006, nel 2011 disse sì al candidato sindaco per il centrodestra a Napoli, Gianni Lettieri: sarebbe stato il suo Assessore per lo Sport. Ma vinse Luigi De Magistris e tutto saltò. Ce l’ha fatta a diventare consigliere comunale a Varese, invece, Giulio Ebagua. Nato in Nigeria (il suo vero nome è Osarimen), vive in Italia da quando aveva un mese di vita. Noto anche per un suo scontro con una frangia razzista della tifoseria locale, è stato comunque eletto nel 2021 con il PD. L’esempio di Tommasi è stato poi seguito anche da calciatori ben noti in Italia, ma stranieri. Come Kakhaber Kaladze, divenuto primo cittadino della sua Tblisi, in Georgia. Rimase invece solo Jardinero l’ex attaccante di Bologna e Inter Julio Cruz, che in Argentina perse le elezioni a primo cittadino di Lomas de Zamora.
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