Il gup del Tribunale di Roma, Annalisa Marzano, ha rinviato a giudizio Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. L’accusa è di traffico di influenze illecite nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione. A processo insieme lui ci saranno anche l’ex parlamentare Italo Bocchino e gli imprenditori Carlo Russo e Alfredo Romeo. La prima udienza è fissata per il 16 novembre.
Il gup ha poi archiviato le posizioni di Renzi senior, Bocchino, Russo e Romeo in merito ad altre accuse. Il giudice ha infine condannato a un anno di carcere l’ex senatore Denis Verdini: per lui l’accusa era di turbativa d’asta. Un anno in abbreviato anche per l’imprenditore Ezio Bigotti e per l’ex parlamentare Ignazio Abrignani. Assolti, invece, Verdini e Bigotti dall’accusa di concussione. Per tutti e tre, al termine della sua requisitoria, il pm Mario Palazzi aveva chiesto l’assoluzione.
Traffico influenze illecite, cosa dice la legge
Ma cosa s’intende, precisamente, per traffico di influenze illecite? L’articolo 346 bis del codice penale fa riferimento a chi, salvo i casi inquadrabili in altri delitti, “sfruttando o vantando relazioni esistenti o asserite con un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all’articolo 322 bis, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità”.
Denaro o utilità che si configurano dunque come il “prezzo della propria mediazione illecita verso un pubblico ufficiale” al fine di “remunerarlo in relazione all’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri”. La pena va da un minimo di un anno a un massimo di quattro anni e sei mesi di reclusione.
La stessa pena si applica “a chi indebitamente dà o promette denaro o altra utilità” ed è aumentata nel caso in cui quest’ultimo rivesta la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio. Infine, le pene sono aumentate se i fatti riguardano attività giudiziarie o se riguardano omissioni, ritardi o atti contrari ai doveri d’ufficio dei pubblici ufficiali.
Tiziano Renzi e il caso Consip
Nel caso di Tiziano Renzi, la contestazione è relativa alla gara Fm4 di Consip da 2,7 miliardi di euro. Secondo l’accusa, Russo, in accordo con Renzi senior, avrebbe sfruttato delle relazioni esistenti con Luigi Marroni (ex a.d. di Consip) per “facilitare la Romeo Gestioni”, si legge nell’avviso di conclusione indagini citato dal Fatto Quotidiano. Nello specifico, la presunta mediazione illecita avrebbe influenzato il lavoro della commissione aggiudicatrice della Fm4 “mediante l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti”.