La terra non smette di tremare in Toscana. Lo sciame sismico, che sta interessando soprattutto la provincia di Firenze e che ha provocato una serie di scosse di terremoto nelle ultime settimane, non cenna infatti ad arrestarsi. L’ultima più forte è stata registrata alle ore 23.12 di giovedì 12 maggio: magnitudo 3.7, a una profondità di 8 km. L’epicentro è sempre Impruneta, dove già lo scorso 3 maggio si era già registrata una 3.7 dopo la quale è seguito uno sciame sismico.
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Un’ultima scossa è stata segnalata dall’Invg alle ore 7.49 di venerdì 13, con una magnitudo di 2.0 gradi sulla scala Richter. In tutti i casi non si sono registrati danni particolari né feriti. Tuttavia, la preoccupazione è tanta tra la popolazione. Ma cosa sta succedendo esattamente negli ultimi giorni sul territorio toscano? La serie di scosse avvertita può essere il preludio a un episodio sismico più grave?
La sequenza di scosse ha riacceso i riflettori sul rischio terremoto in una città d’arte fragile come Firenze e riportato alla memoria il terremoto di magnitudo 6.5 in Garfagnana nel 1920 e quello l’anno prima, nel Mugello, di magnitudo 6.4. il capoluogo toscano. Anche perché la scossa delle 5.51 del 10 maggio era stata percepita distintamente dalla popolazione anche fuori dalla provincia fiorentina, nel pistoiese e proprio nel Mugello. Ma allora, c’è seriamente da preoccuparsi per quello che potrà accadere?
A dare una risposta ci hanno pensato sismologo Carlo Meletti, Direttore della Sezione di Pisa dell’INGV, e Nicola Casagli, geologo dell’Ateneo fiorentino. Per il primo, “può accadere che le sequenze di scosse siano il preludio a un terremoto più forte, come successe a L’Aquila. Noi non abbiamo segnali che ci dicono questo, ci basiamo pertanto sulla casistica. Sappiamo che, nel 95% dei casi, sequenze come queste finiscono come sono iniziate. Solo nel 5% dei casi generano terremoti più forti. In ogni caso stiamo spingendo la popolazione a informarsi sulle procedure e sui comportamenti da mettere in atto in caso di eventuali episodi più gravi. Nonostante le previsioni, meglio essere pronti”.
Discorso non dissimile viene fatto anche da Casagli. “Durante uno sciame sismico non si può mai essere tranquilli. È possibile che ci siano scosse più forti. È bene dunque esser preparati. Le prime cose da fare? Fissare librerie, scaffalature e armadi e togliere i soprammobili in alto. Insomma, si può intanto organizzare la casa affinché sia più sicura. Così, in caso di scuotimento, il pericolo diminuisce”.
Insomma: per ora la situazione è ancora tutta in divenire. Come sempre è accaduto nelle storie dei terremoti, nessuno può minimamente sostenere con certezza scientifica se uno sciame sismico possa essere preludio di una scossa molto potente oppure quello che capitò tra il 2014 e il 2015 più o meno nella stessa area. Ci furono oltre 200 scosse. In quel caso la magnitudo massima raggiunta fu del 4.1, non ce ne furono più forti di così. La speranza è che la stessa cosa capiti anche adesso. Tenendo comunque conto che, in ogni caso, la prevenzione è sempre l’arma migliore per combattere questi tipi di situazione.
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