Un potente terremoto colpisce il sud di Cuba, già provato da crisi energetiche e uragani: danni, testimonianze e clima di tensione sull’isola
Negli ultimi giorni, il sud di Cuba è stato scosso da due potenti scosse di terremoto che hanno messo in allarme la popolazione. Il US Geological Survey (USGS) ha confermato due distinti eventi sismici: la prima scossa è avvenuta alle 10:50 del mattino, con una magnitudo di 5.9, seguita circa un’ora dopo da una seconda, più intensa, di magnitudo 6.8, alle 11:49.
Terremoto a Cuba: due forti scosse hanno messo in allarme la popolazione
Queste scosse sono state avvertite in tutta la regione e hanno suscitato grande preoccupazione tra i residenti. Il primo terremoto ha avuto un’epicentro situato a circa 22 miglia al largo della costa di Bartolomé Masó, a una profondità di 14,2 chilometri sotto l’oceano, mentre il secondo, con epicentro a 39 chilometri dalla costa, si è verificato a una profondità di 23,5 chilometri.
Santiago de Cuba, la seconda città più popolosa dell’isola, è stata particolarmente colpita, con molti abitanti che si sono riversati nelle strade in preda al panico. Alcuni testimoni hanno raccontato che il tremore è durato oltre dieci secondi, una durata che ha contribuito ad accrescere il terrore.
Vari messaggi di residenti della zona hanno inondato i social network, con descrizioni che evidenziano il trauma vissuto dalla popolazione. Le piattaforme locali, come Cubadebate, sono state sommerse di testimonianze di utenti che hanno riportato di aver percepito le scosse anche in aree distanti, fino a Guantanamo. In città come Pilón e Manzanillo, nella provincia di Granma, alcuni cittadini hanno parlato di danni agli edifici, anche se non si hanno ancora notizie certe di gravi danni materiali o di vittime.
L’evento ha suscitato preoccupazioni anche in altre aree: il tremore è stato avvertito persino in Giamaica e in alcune zone della Florida meridionale. Nonostante l’intensità del terremoto, non è stato emesso nessun allarme tsunami, un fattore che ha contribuito a contenere la paura nelle zone costiere. La scossa principale, di magnitudo 6.8, ha avuto il suo epicentro nell’Oceano Atlantico, vicino alla città di Bartolomé Masó. Le scosse hanno causato danni a strutture e abitazioni, con case ed edifici che hanno tremato violentemente.
Questo terremoto giunge in un periodo già estremamente difficile per Cuba. Solo pochi giorni prima, l’isola era stata colpita dall’uragano Rafael, che con la sua forza devastante aveva causato estesi blackout e danneggiato migliaia di abitazioni nella parte occidentale del paese.
L’uragano, di categoria 3, ha lasciato molte comunità senza elettricità, creando ulteriori disagi per una popolazione già in difficoltà. La devastazione causata dal passaggio di Rafael si è aggiunta a una serie di eventi calamitosi che negli ultimi mesi hanno messo a dura prova Cuba. A ottobre, l’isola aveva infatti subito un altro violento blackout nazionale a causa della crisi energetica, e un secondo uragano si era abbattuto sulla parte orientale, causando la morte di almeno sei persone.
La sequenza di disastri ha incrementato il malcontento sociale: molti cubani stanno lottando per sopravvivere in condizioni sempre più difficili e la mancanza di risorse fondamentali ha portato a un aumento delle tensioni. In tutta Cuba sono scoppiate piccole proteste spontanee, con cittadini che esprimono il proprio disagio per la mancanza di una risposta adeguata da parte del governo. Le persone si sentono abbandonate e chiedono una gestione più efficace delle emergenze. Il clima sociale è teso, con un malcontento che rischia di alimentare ulteriori manifestazioni di protesta nei prossimi giorni.
Il terremoto di magnitudo 6.8 è considerato il più forte registrato quest’anno in Cuba, colpendo duramente l’est dell’isola. Città come Santiago de Cuba, Guantánamo, Holguín e Ciego de Ávila hanno avvertito la scossa, e i giornali locali hanno riportato che si tratta del sisma più intenso verificatosi in questa zona da diversi anni. Molti residenti si sono interrogati su come avrebbero potuto affrontare una calamità maggiore, e la paura di ulteriori scosse ha continuato a crescere. In molte aree, gli abitanti vivono con la costante apprensione di altri eventi sismici.
Numerose testimonianze sui social media raccontano l’esperienza di chi ha vissuto quei momenti di terrore. Un utente ha scritto: “Mi sembrava che la casa stesse per crollare,” mentre un altro ha descritto il tremore così violento da farlo letteralmente sobbalzare dalla sedia. Alcuni cittadini hanno anche segnalato l’assenza di un sistema di allerta precoce per eventi sismici, ritenendo questo un grosso limite per un paese come Cuba, soggetto non solo a terremoti occasionali, ma anche a uragani e tempeste tropicali.
Il primo terremoto di magnitudo 5.9 è stato registrato alle 10:50 ora locale, con l’epicentro nei pressi di Pilón, a 14,2 chilometri di profondità sotto l’oceano. La seconda scossa, quella di magnitudo 6.8, ha colpito circa un’ora dopo, alle 11:49, con un epicentro a 39 chilometri a sud di Bartolomé Masó, a una profondità di 23,5 chilometri. La sequenza di questi eventi ha generato grande ansia, e anche se le autorità non hanno segnalato danni significativi, la situazione resta sotto costante osservazione. La sismicità è stata avvertita anche oltre i confini cubani, ma le aree più colpite restano le province orientali dell’isola.
L’evento sismico è stato riportato da Diario de Cuba, un sito di notizie locale, che ha descritto la situazione come carica di paura e incertezza. Un collaboratore ha sottolineato come la popolazione sia ora più consapevole dei rischi sismici e delle difficoltà del governo nel gestire situazioni di emergenza. La combinazione di terremoti e uragani ha messo in evidenza le criticità infrastrutturali di Cuba, con edifici che necessitano di interventi di consolidamento e riparazioni urgenti. Molte strutture, infatti, risultano fragili dopo anni di scarsa manutenzione, un problema che si accentua in presenza di fenomeni naturali estremi.
In questo contesto di crisi multipla, molti cubani si trovano ad affrontare un futuro incerto. I blackout frequenti, la carenza di risorse di base e l’instabilità complessiva del paese contribuiscono a un clima di crescente tensione. Alcuni osservatori internazionali mettono in dubbio la capacità del governo cubano di rispondere efficacemente a questa serie di emergenze e di garantire un sostegno adeguato alla popolazione. Questa situazione critica richiede interventi urgenti e una gestione delle risorse che possa garantire almeno il soddisfacimento dei bisogni primari.
Il terremoto ha aggiunto un ulteriore fardello per Cuba, che già affronta le conseguenze del cambiamento climatico e di una crisi energetica senza precedenti. Le comunità della regione orientale, particolarmente colpite, continuano a vivere nella paura e sperano in una stabilizzazione della situazione. Tuttavia, la crisi energetica e la carenza di risorse essenziali rendono il futuro dell’isola sempre più complesso e difficile.