Hanno sfilato per le strade di Caivano per dire basta a “spacciatori, camorristi e stupratori del Parco Verde”. Appena 200 persone, complice forse la pioggia, in corteo con Don Maurizio Patriciello, il parroco anti clan della città a nord dell’area metropolitana di Napoli, tornata sotto i riflettori dopo il caso delle due cuginette, ancora bambine, abusate da un branco di coetanei.
Domani nel quartiere ghetto diventato simbolo di degrado e criminalità è attesa la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha risposto all’invito del prete sotto scorta per le minacce della Camorra.
Per salvare Parco Verde, spiega don Maurizio Patriciello, “ci vuole un esercito di maestri elementari” oltre agli agenti nelle strade. “Lo Stato non è solo la divisa delle forze dell’ordine, lo Stato significa anche servizi sociali, trasporti, strutture”.
Il quartiere, grigio a dispetto del nome, è sorto nella metà degli anni ’80 per accogliere gli sfollati del terremoto dell’Irpinia. Da allora si è guadagnato gli onori delle cronache per lo spaccio in mano ai clan e i numerosi casi di abusi sui minori.
Quella che era stata pensata come una soluzione temporanea è ancora lì a distanza di oltre 40 anni. Un rione dormitorio diventato fortino della Camorra dove lo Stato non può entrare. Un complesso di palazzoni dove mancano i servizi pubblici, la rete fognaria è pessima, la raccolta rifiuti sporadica e la manutenzione degli alloggi inesistente.
Negli ultimi vent’anni poi Parco Verde è diventato la succursale delle piazze di spaccio di Scampia e Secondigliano, con almeno tre clan a controllare la vendita degli stupefacenti. Tra povertà e abbandono da parte delle istituzioni, la droga è diventata quasi una scelta obbligata, l’unica fonte di reddito.
È in un contesto di degrado come questo che sono maturati gli abusi sui bambini. Ci sono voluti casi “eccellenti” per accendere i riflettori sull’abisso di Caivano e scoperchiare la cappa di omertà che avvolge Parco Verde. È il caso della piccola Fortuna Loffredo, 6 anni appena, violentata e scaraventata dall’ottavo piano di un palazzo nel 2014. Oppure di Antonio Giglio, che di anni ne aveva 4 quando nel 2013 è volato giù da una finestra.
Solo negli ultimi anni i residenti di Parco Verde hanno cominciato a vedere la presenza, ancora insufficiente, dello Stato. Nel luglio dello scorso anno nella città di 37mila anime si è insediata la Compagnia di Caivano. Con più risorse, più agenti e più mezzi la stazione dei carabinieri ha potuto intensificare il presidio del territorio e gli arresti.
Risale al giugno 2021 invece la “Stanza tutta per sé”, una struttura dedicata all’accoglienza e all’ascolto delle vittime di violenze di genere e domestica, promossa dall’arma dei carabinieri in collaborazione con l’associazione Soroptimist international Italia.
Per rinascere, oltre alle forze dell’ordine Parco Verde ha bisogno di “un esercito di maestri elementari”, ripete don Patriciello. Domani il prete anti Camorra e i cittadini di Caivano attendono la premier Meloni. Lei ha garantito che andrà al Parco Verde “non per una semplice visita o, peggio, per una passerella, bensì per offrire sicurezza alla popolazione, e per offrire ai giovani la possibilità di praticare sport“.
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