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“Una seconda stagione? Me lo stanno chiedendo in tanti, ma è uscito da una settimana: mi pare proprio una discussione prematura – così Michele “Zerocalcare” Rech, il fumettista di Rebibbia ora su Netflix con Strappare lungo i bordi, a Torino per l’incontro al Campus Einaudi – È stato impegnativo e pauroso, perché avevo paura di perdere la mia individualità, ma è stato fatto nel modo più rispettoso e coerente. Sono in pace con la coscienza e soddisfatto del risultato ma non è stato né scontato né semplice. Non mi aspettavo questo successo, speravo di scongiurare il disastro invece ha raccolto affetto e consenso. Si vede che c’è una mancanza di prodotti“.
Zerocalcare: “Non sono un vate o un intellettuale, al massimo un bravo divulgatore”
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“Il mio ruolo dal punto di vista politico, se c’è, è quello di essere un megafono delle situazioni che frequento, non va un centimetro oltre. Io non sono il vate di niente. Mi dispiace che i giovani trovino me quando la responsabilità ce l’ha qualcun altro. Non mi fa schifo l’intellettuale, ma io sono altro. Sono un bravo divulgatore, ma ho bisogno di spunti di lettura“, ha spiegato Zerocalcare. “Il mio legame con Torino viene da questo mondo qua, quello degli spazi occupati. Sono quelli in cui mi sento a casa. Mi sembrava il caso di valorizzarlo per l’attacco molto forte che sta subendo. Tutte le aule autogestite son state sgomberate, sono sotto il mirino della procura di Torino. Voglio supportarli“.
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