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La statua dedicata a Indro Montanelli e l’intitolazione al giornalista dei giardini pubblici che la ospitano continuano a dividere l’opinione pubblica, non solo a Milano. Dopo il gesto rivendicato dagli attivisti di Lume e Rete Studenti, che l’hanno imbrattata con vernice rossa e le scritte “razzista” e “stupratore”, la statua è stata coperta con un telo e protetta da una transenna dal Comune di Milano. Lo stesso sindaco Giuseppe Sala è intervenuto nella polemica, aprendo al dibattito civile ma confermando l’intenzione di non rimuovere la statua. Continuano intanto le manifestazioni da parte di gruppi organizzati, chi a favore chi contro la rimozione.
“Io penso che la statua di Montanelli debba rimanere lì, ciò nondimeno sono disponibile a qualunque confronto sul tema del razzismo e sul tema Montanelli. Quando volete”. Queste le parole del primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, diffuse in un video pubblicato sui suoi profili social.
“Noi quando giudichiamo le nostre vite possiamo dire: ‘La nostra è senza macchie, senza cose che non rifarei’? Io metto le mani avanti, nella mia vita no – ha affermato il sindaco del capoluogo lombardo –. Ho fatto errori e cose che vorrei non aver fatto. Ma le vite vanno giudicate nella loro complessità. Per tutti questi motivi penso che la statua debba rimanere lì“.
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Diverse le iniziative sia a favore sia contro la presenza della statua di Indro Montanelli. Nella giornata di domenica i giovani della Lega hanno deciso di rendere omaggio al giornalista portando fiori, un libro e una copia de “Il Giornale” e “La Repubblica” davanti alla statua imbrattata nei giardini di Porta Venezia. “Sono riusciti a gambizzare Montanelli una seconda volta, proprio come fecero le Brigate Rosse nel ’77 – ha commentato Alessandro Verri, coordinatore del gruppo –. Solo che in questo caso è anche peggio perché se la sono presa con qualcuno che non può più reagire o denunciare”. A favore della permanenza della statua anche i giovani di Forza Italia, che hanno organizzato un flash mob ai giardini nella giornata di lunedì.
Apertamente schierate contro i simboli dedicati a Montanelli, invece, le attiviste di ‘Non una di meno’, che hanno organizzato per le 18.30 di martedì un presidio davanti a Palazzo Marino: “Vogliamo rispondere innanzitutto al sindaco Sala in quanto rappresentante di un gruppo di potere che finora si è auto-assolto – hanno dichiarato in una nota di presentazione del sit-in –, alimentando una cultura della violenza strutturale e negando qualsiasi discussione su colonialismo e razzismo“.
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