In data 31 marzo 2022 finirà lo stato di emergenza, a meno che ci siano ulteriori proroghe (che al momento sembra però non debbano arrivare). Questa misura è rimasta in vigore per oltre due anni, e ha caratterizzato l’intera fase dell’emergenza Covid. Quando verrà meno, però, cosa cambierà?
Quando fu introdotto lo stato di emergenza
A decidere il primo stato di emergenza causa Covid fu l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 31 gennaio 2020. Come si è già ampiamente detto, tale misura non sarebbe potuta durare più di due anni. È però successo, dopo il 31 gennaio 2022 perché la minaccia era di fatto cambiata (il Covid sotto forma di Variante Omicron era diverso rispetto a quello originario). Fu però necessario un passaggio in Parlamento, trattandosi di una situazione eccezionale e non prevista dalle leggi in vigore.
Tutti i dati delle ultime settimane, però, suggeriscono che la scadenza dello stato di emergenza stavolta possa essere realmente il 31 marzo. Non ci saranno quindi ulteriori proroghe dopo quelle di aprile, luglio e dicembre 2021. Questo grazie alla curva dei contagi, che si prevede possa appiattirsi tanto da essere gestibile dal sistema ospedaliero. Da aprile, quindi, i cambiamenti nelle ormai radicate abitudini degli italiani promettono di essere molteplici.
Arrivederci Dpcm, addio Comitato Tecnico Scientifico
Tanto per cominciare, decadrebbe il ricorso più o meno sistematico ai Dpcm. I decreti, divenuti noti proprio con Conte e utilizzati anche da Mario Draghi, non potrebbero più essere uno strumento legislativo. Tale compito tornerebbe in seno al Parlamento, o al massimo al Governo nella forma del disegno di legge. Che però le Camere devono approvare. I decreti-legge, invece, tornerebbero ad avere carattere provvisorio. A meno che, appunto, il Parlamento non li converta in legge.
Smetterebbe poi di esistere il Comitato Tecnico Scientifico, che dal 5 febbraio 2020 ha cooperato con il Governo al fine di trovare le migliori contromosse al Covid. Già diversi esponenti dell’organo hanno sottolineato come siano pronti a questa soluzione. Venendo meno lo stato di emergenza, inoltre, non ci sarebbe più il Commissario straordinario (appunto) all’emergenza. E tutto l’apparato intorno al Generale Francesco Paolo Figliuolo sarebbe smantellato.
Senza stato di emergenza cambiano lavoro e sanità
Non ci sarebbe più la Cabina di Regia con le Regioni, e il conseguente bollettino settimanale. Le stesse Regioni non avrebbero più il vincolo di firmare ordinanze rispettando le linee guida del Governo. E senza stato di emergenza la gestione sanitaria tornerebbe a sua volta in mano alle Regioni, campagna vaccinale inclusa. Infine la situazione legata allo smart working, che tornerebbe regolamentato da accordo individuale tra azienda e lavoratore.