Spose in piazza a Fontana di Trevi: “Hanno rovinato il nostro sogno”

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Tacchi, vestito bianco, ombrellino e marcia nuziale. Il tutto indossando le immancabili mascherine anti Coronavirus. Una sfilata di una decina di spose si è esibita in un flash mob davanti alla Fontana di Trevi, a Roma.

Spose in piazza: “Vediamo delle ingiustizie”

La situazione è che tutto è rimandato all’anno prossimo, perché farlo quest’anno così non ne valeva la pena“, dice una delle ragazze. Entra più nello specifico un’altra delle spose (almeno per il momento) “mancate”. “Dovevo sposarmi a giugno e a causa delle restrizioni non ho potuto farlo – racconta –. Siamo qui, io e questo gruppo di ragazze, a protestare contro questa cosa. Ci può stare che ci siano delle restrizioni, il governo lo fa per il nostro bene. È per la nostra salute e per tutelarci tutti. Solo che vediamo delle ingiustizie. Noi non possiamo inseguire il sogno della nostra vita e poi vedo i ragazzi in discoteca senza mascherina“.

Io dovrei sposarmi non avendo al mio fianco le persone che amo, avendo la metà o un quarto dei miei cari, mentre su altri campi non funziona così – si lamenta a nome delle altre spose –. Sotto questo punto di vista non ci sentiamo rispettate. In chiesa dovremmo indossare le mascherine nel giorno del mio matrimonio, quando vedo che i ragazzi vanno nei bar o in altri posti chiusi e non le indossano. Queste mi sembrano tutte ingiustizie“.

Le lamentele degli organizzatori

Protesta con le spose anche Mario Granditone, segretario Airb (L’Associazione Italiana Regalo Bomboniera Wedding e Confetti): “Rappresentiamo il settore wedding, per quanto riguarda l’organizzazione di eventi e feste. Abbiamo un comparto in crisi. Il prossimo anno possiamo recuperare, chiediamo però al governo di essere traghettati al prossimo anno. Non chiediamo un sussidio, ma di puntare su cavalli vincenti. Chiediamo bonus matrimoni e bomboniere, ci diano la possibilità di trovare accordi con i fornitori“, spiega.

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Quindi, dopo aver accompagnato le spose a Fontana di Trevi, la Airb ha spostato la sua protesta a Montecitorio. “È un comparto dimenticato, che soffre la mancanza di cerimonie. Tutto è stato rimandato al 2021. Chiediamo al governo che ci faccia arrivare al 2021“, così Luciano Paolillo presidente dell’associazione. “Stiamo chiedendo l’aiuto che ci era stato promesso. Questo settore è profondamente in crisi dopo il Coronavirus. Chiediamo un aiuto concreto“, dice Anna Lanzillo, presidente dell’associazione bomboniere e qualità.

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