Smantellamento centrale nucleare Piacenza: fusti radioattivi trasferiti in Slovacchia

Piacenza, prosegue lo smantellamento della centrale nucleare più grande d’Italia: fusti radioattivi trasferiti in Slovacchia

La società Sogin: “Saranno trattati e condizionati per tornare in Italia dopo tre anni. Nel 2031 la completa rigenerazione dell’impianto”

CRONACA (Caorso). È partito questa notte il primo dei 33 trasporti previsti per il trasferimento di circa 5.600 fusti, contenenti resine e fanghi radioattivi, dalla centrale nucleare di Caorso (Piacenza) all’impianto Javis di Bohunice, in Slovacchia, per il loro trattamento e condizionamento. “L’attività che prende il via oggi è importantissima – ha detto Luigi Perri, neo-presidente di Sogin, la società pubblica che si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari in Italia -. Spostando questa resina liberiamo dei depositi, accelerando il decommissioning della centrale, garantendo i più alti standard di sicurezza per tutto il territorio. Pensiamo di arrivare al brown field di questa centrale nel 2031, con la messa a dimora nel deposito nazionale (che nel frattempo verrà costruito, ndr) di tutto il materiale radioattivo di questo impianto”. Sistemati in quattro container i primi 162 fusti sono stati allontanati su due mezzi stradali, sotto il controllo delle diverse Autorità preposte. Faranno rientro in Italia nel 2020. “In Slovacchia – ha spiegato l’ingegnere Severino Alfieri, direttore delle operazioni di dismissione delle centrali – le resine a scambio ionico e i fanghi, rifiuti radioattivi prodotti durante il pregresso esercizio della centrale, saranno sottoposti a incenerimento e condizionamento, con una riduzione del loro volume del 90 per cento (130 metri cubi rispetto all’iniziale volume di 1.290 metri cubi). Al termine, i manufatti finali rientreranno a Caorso e saranno stoccati nei depositi temporanei del sito, pronti per il loro conferimento nel deposito nazionale”. !Il trasferimento di questi rifiuti, che in volume rappresentano circa il 70 per cento di quelli stoccati oggi nel sito – ha detto l’ingegnere Sabrina Romani, responsabile dell’impianto di Caorso -, consentirà di svuotare i tre depositi temporanei a bassa e media attività, per procedere al loro adeguamento agli attuali standard di sicurezza, senza così dover realizzare altre strutture di stoccaggio”. Nel 2018 336 fusti erano già stati inviati in Slovacchia per eseguire le prove a caldo nell’impianto di Bohunice, con la produzione dei primi manufatti finali. L’esito positivo delle prove ha consentito l’approvazione del piano operativo e l’autorizzazione alla spedizione e al trattamento dei restanti rifiuti previsti nel progetto. Il valore complessivo delle attività di trasferimento e trattamento dei fusti radioattivi e di rientro dei manufatti condizionati è di 37 milioni di euro. (Leonardo Trespidi)

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