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Silvia Romano, gli umori del Casoretto sulla sua liberazione

L’ansia, la gioia, la preghiera, l’amore nell’abbraccio di una figlia ritrovata. Ma anche la paura, i dubbi, le incertezze. Tante emozioni, troppe. Molto spesso contrastanti. Il giorno dopo il ritorno a casa di Silvia Romano, la cooperante milanese rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e rilasciata dopo 18 mesi di prigionia, è un mix di sentimenti per gli abitanti del quartiere Casoretto, alla periferia Est di Milano. Dopo la travolgente ondata mediatica di ieri affiorano domande alle quali c’è chi vuole avere una risposta. Siamo molto contenti per la ragazza ma ci sono troppi dubbi legati a questa vicenda. Noi italiani meritiamo delle spiegazioni”, è il filo rosso che unisce le voci di chi vive al Casoretto.

Molti i dubbi posti da alcuni abitanti del Casoretto su Silvia Romano

Alcuni abitanti del Casoretto mostrano molto scetticismo riguardo all’intera vicenda che ha coinvolto Silvia Romano. “Sinceramente ho i miei dubbi”, dice una signora “perché vedendola felice allora mi chiedo se lei sia stata veramente sequestrata. E poi non ha ringraziato il popolo italiano e le istituzioni. Ci sono molte cose non chiare e bisognerebbe approfondire. Come il fatto che si sia convertita e sia tornata con quella tunica verde, con la quale ha mancato di rispetto”.Io sono una voce fuori dal coro. Non sono d’accordo: non sull’averla liberata, ma sul fatto di ritornare a casa vestita così e di farsi vedere dopo che le hanno proposto di cambiarsi”, sostiene un altro signore. “Penso che non abbia vissuto 18 mesi molto simpatici, ma mi auguro che il tempo la faccia ragionare: deve darci chiarimenti, visto che hanno usato giustamente i nostri soldi”. Un ragazzo invece è molto polemico: “Noi italiani stiamo morendo di fame e abbiamo speso 4 milioni di euro per salvare chi non vuole essere salvata. Lei voleva rimanere là, che era la sua terra ormai”. Di opposto avviso un’altra signora: “Io sono contenta che sia stata liberata, perché è un essere umano. Non sono razzista, ognuno ha le proprie idee e bisogna rispettarle. Sono persino emozionata nel dire quanto io sia grata alle istituzioni, perché c’era di mezzo una vita umana”.

Antonio Lopopolo

Videogiornalista sul campo. Seguo eventi di vario genere, dalla politica alla cronaca, fino all'economia e allo sport. Diplomato al master in giornalismo dell'università Iulm, precedentemente a Corriere della Sera e Sky Sport. Prima di trasferirmi a Milano ho collaborato per tre anni per Bisceglie24, testata giornalistica pugliese.

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