La siccità sta mostrando tutta la sua gravità in buona parte del Paese, con diverse Regioni costrette a prendere provvedimenti o a decretare lo stato di emergenza (se non addirittura calamità). A tremare è soprattutto il settore dell’agricoltura, in ginocchio già ora che l’estate è iniziata da pochi giorni. E l’Italia, da sempre rinomata per la qualità e la colossale varietà dei suoi prodotti, vede ora molti di questi tremare come non mai.
Questo è il caso per esempio della Lombardia. Qui “l’intera disponibilità è stata impiegata per coprire la necessità del comparto agricolo nei prossimi dieci giorni“. Lo denuncia in Regione Lombardia il legale rappresentante di Enel, Giovanni Rocchi. E sulla questione è stato molto diretto anche il governatore Attilio Fontana. “Stiamo tenendo un rapporto continuo e costante con coloro che gestiscono i bacini idroelettrici che, con il confermato rilascio di 4 milioni di metri cubi nel lago di Como e 1 milione di metri cubi nel lago di Iseo, consentendo di dare un po’ di respiro all’agricoltura“, ha garantito.
La situazione è estremamente severa, in particolare nella provincia di Pavia. Qui hanno fatto discutere gli agricoltori che hanno provato a sottrarsi l’acqua a vicenda, ma a buona ragione. “Siamo l’epicentro della siccità“, ha evidenziato il locale direttore di Confagricoltura, Alberto Lasagna. “Gli agricoltori della nostra zona devono scegliere quale campo salvare e quale no, non avendo quantità di acqua sufficiente per tutti. Una scelta dolorosa sotto ogni profilo“, ha aggiunto.
I danni della siccità hanno già distrutto alcuni prodotti, mentre stanno cercando di resistere riso e mais. Ma la situazione anche qui è grave. Proprio Pavia, insieme a Novara e Vercelli, produce il 50% del riso europeo. “Tra dieci giorni non ci sarà più acqua. Proprio mentre le risaie dovrebbero essere sommerse. Inutile anche passare il diserbante, perché tutto sta morendo. E concimare costa 80 mila euro all’anno“, hanno raccontato alcuni agricoltori all’agenzia AGI.
Un produttore di mais ha invece settanta ettari di campi, ma metà è a rischio. “Le piante sono già ferme, non si era mai vista una siccità così“, aggiunge un collega. Situazione analoga nel cremonese. “Questo oramai è tutto perso. Non c’è più possibilità di recupero. I mais non sono mai stati bagnati. La situazione è disperata. Sono in stress idrico e non si recupereranno neanche a bagnarli“, hanno denunciato a ‘La Provincia’ due agricoltrici. E il problema è anche un altro: “Io ho un allevamento di vacche e non so come alimentarle nei prossimi mesi“.
Altra piaga, è il caso di dirlo, sono gli insetti portati sui campi dall’anomala siccità. Così la provincia di Ferrara è invasa dalle cimici, la Sardegna dalle cavallette. Altrove sono spuntati coleotteri che mai si erano visti in Italia prima di sette anni fa, per non parlare di ragni, mosche, vespe, zecche, scarabei, afidi e le cosiddette “forbicine”. Per non parlare dei gasteropodi, nuovi nella laguna di Venezia e che stanno uccidendo vongole e cozze. “Le divorano. E le altre soffocano per la decomposizione di alghe e sostanze organiche“, denuncia Coldiretti Impresapesca.
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