Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto Covid che indica il calendario e le regole per le riaperture, che riguardano anche la scuola. Le misure avranno validità fino al 31 luglio. Fino a questa data è disposta la proroga dello stato di emergenza Covid. Novità anche per quanto riguarda la scuola superiore che tornerà in presenza nelle zone gialle e arancioni dal 70% al 100% mentre in zona rossa fino al 75%. Scelta che ha determinato anche uno scontro con le Regioni.
Le novità riguardanti la scuola superiore
Sul fronte Istruzione, c’è quindi una novità dell’ultima ora: scuole superiori in presenza dal 70 al 100% nelle Regioni gialle e arancioni. Nella bozza di ieri si prevedeva una presenza dal 60 e il 100%. Le scuole superiori potranno adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica” affinché sia garantita, in zona rossa, la presenza “ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75%”. Niente deroghe dalle Regioni: unica eccezione alle deroghe, i focolai del virus. I restanti gradi di istruzione, dunque fino alla terza media, didattica in presenza al 100%.
Il commento del ministro Bianchi e i problemi ancora da risolvere
“Il traguardo è raggiungere il 100% partendo da situazioni diverse”, aveva detto nel pomeriggio il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. “Uno degli obiettivi del governo è quello di cominciare a ridurre la numerosità delle classi”, ha spiegato. Snellirle sembrerebbe la soluzione più logica per far tornare tutti a scuola in sicurezza. Ma che ci si riesca entro settembre apparrebbe, al momento, quasi impossibile.
Il problema delle cosiddette classi pollaio è annoso quanto controverso. Se ci si ferma al dato medio nazionale (19 alunni per classe alle elementari, 21 alle medie e 22 alle superiori) si potrebbe pensare che le aule italiane non siano poi così affollate. Ma un conto sono i piccoli comuni montani e le isole, tutt’altro le grandi aree metropolitane, da Milano a Roma. È qua che si registrano i maggiori problemi di spazio. Soprattutto alle superiori dove i presidi ogni anno, al momento di comporre le prime, per legge non possono stare sotto i 27 alunni per ogni classe.