Non sono passate neanche due settimane dall’inizio dell’anno scolastico e il governo sta già pensando di cambiare le regole sulla quarantena a scuola. L’ipotesi allo studio prevederebbe, infatti, l’accorciamento del periodo di isolamento fiduciario e l’applicazione del modello bolla. Del resto, i numeri delle quarantene fanno già preoccupare, per quanto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, tenti di minimizzare. Sono già più di 300 in 4 regioni, una provincia autonoma e 4 città del Nord. La stima è di 800 persone in tutta Italia: il doppio rispetto a quanto accadeva nello stesso periodo dello scorso anno.
Come può cambiare la quarantena a scuola
Sulla scia anche di alcune iniziative regionali, l’ipotesi per la scuola è di ridurre da 7 a 5 i giorni di quarantena per i contatti dei positivi che hanno completato il ciclo di vaccinazione. Al momento la regola è di mettere in quarantena tutta la classe in caso di studente positivo, fino a tampone negativo. Dopo 7 giorni per soggetti vaccinati; 10 per non vaccinati.
Il modello bolla che arriva dal trasporto aereo
Oltre alla riduzione dei giorni di quarantena per i contatti dei positivi, prenderebbe poi quota il modello bolla, mutuato dal mondo del trasporto aereo. Con quindi la possibilità di mettere in Dad solo i contatti vicini dell’alunno positivo e non l’intera classe. Ma come funzionerebbe? Il Sole 24 Ore spiega che, in caso di persona positiva, ad andare in isolamento domiciliare sarebbe chi le siede nelle due file dietro, davanti, e di lato. A fare da apripista e testare il sistema bolla sarà da subito la Regione Lazio. E l’ipotesi risulta allo studio del Comitato tecnico scientifico per studenti e studentesse over 12.
Il commento del sottosegretario alla Salute
“È chiaro che siamo nell’alveo delle scelte che la politica deve fare sulla base anche delle indicazioni scientifiche del Comitato tecnico”, specifica il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Però una riflessione la dobbiamo fare perché l’obiettivo che abbiamo raggiunto è stato iniziare l’anno scolastico in presenza ma adesso l’obiettivo più grande è proseguire in presenza”.