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“Con la pandemia il mondo della scuola si è trovato in estrema difficoltà, e le problematiche che già esistevano si sono ampliate. La Dad ha fatto emergere il problema del classismo. È inammissibile che dopo sei mesi la situazione sia ancora quella dove metà della classe è a casa e l’altra è presente in aula. Vengono a mancare socialità, dibattito e aggregazione“. Queste alcune delle proteste portate in piazza da studenti e sindacati in diversi flash mob organizzati oggi in tutta Italia.
A Milano, insieme ai sindacati, manifestazione molto partecipata con un corteo partito da Largo Cairoli e terminato in Piazza del Duomo. “Per i lavoratori della scuola questa ripartenza è una scommessa giocata sulla nostra pelle. Non siamo carne da macello. Se non ci penserà un nuovo lockdown a richiudere le scuole, allora lo faremo noi“, hanno annunciato.
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Proteste simili anche a Torino, dove studenti e insegnanti precari sono scesi in piazza insieme ai sindacati: “È l’inizio di un percorso, che vede per la prima volta da tanto tempo sindacati e studenti uniti – sono state le loro dichiarazioni –. Noi chiediamo alla ministra di prendersi le sue responsabilità. Vogliamo scuole sicure, investimenti nell’edilizia scolastica, meno classi pollaio, assunzione di organico e stabilizzazione dei precari“.
Durissimo il giudizio sulla ministra dell’Istruzione. “Vogliamo le dimissioni dell’Azzolina, è completamente incapace di garantire la sicurezza, ma sappiamo che non è sufficiente. Chiunque si siede su quella poltrona è nostro nemico“, hanno affermato. “Noi siamo qui per dire che la scuola sta riaprendo nella piena insicurezza, non ci sono spazi e organici insufficienti. La didattica mista non è vera didattica. Ci sono rivendicazioni comuni“, hanno aggiunto i precari.
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Si è quindi trasformato in corteo la manifestazione degli studenti e degli insegnanti precari a Torino. Dopo il ritrovo sotto il Miur in corso Vittorio Emanuele, i partecipanti hanno deciso di violare il Dpcm, che per l’emergenza Coronavirus vieta i cortei. In centinaia hanno attraversato le strade del centro, con le bandiere dei sindacati della scuola e dei No Tav. Le forze dell’ordine, schierate, hanno impedito ai manifestanti di recarsi sotto il Palazzo della Città Metropolitana.
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“Siamo in piazza, perché a causa del Covid il 13% degli studenti ha abbandonato la scuola e il piano di riapertura è stato completamente fallimentare. Servono risposte“, ha detto Alessandro, studente, a proposito del tema scuola, durante una manifestazione in piazza a Montecitorio.
“Anche all’università non va tutto bene. Ci sono problemi sulla riapertura e sul funzionamento delle strutture. La situazione è drammatica. Bisogna investire sia in diritto allo studio sia per quanto riguarda l’accesso allo studio. C’è il Recovery Fund, bisognerebbe usarlo per la scuola“, ha detto Camilla, universitaria. “Vogliamo di nuovo i nostri luoghi per parlare. Le assemblee di istituto, la rappresentanza. Vogliamo essere ascoltati“.
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