In gran parte delle regioni d’Italia la scuola è finalmente ripartita, ma dietro l’angolo è previsto un blocco immediato delle attività causa sciopero. Le sigle sindacali Unicobas, Usb per il settore educativo da zero a sei anni, Cobas Sardegna e Cub scuola, infatti, hanno indetto una protesta per il 24 e 25 settembre. Una protesta che potrebbe far incrociare le braccia a docenti, personata Ata, ausiliari, tecnici e amministrativi delle scuole e delle università. “Non potrà essere garantita la didattica”, la formula che adotteranno i dirigenti di elementari, medie e superiori. “Non si può sapere per tempo la portata dell’adesione allo sciopero, il preside non può infatti sapere prima quali e quanti docenti aderiranno alla protesta. Ci sono rischi di nuove interruzioni”, ha confermato il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli. Per le famiglie, quindi, un nuovo disagio in vista.
Sulla ricerca di una nuova normalità incombono quindi nuovi stop, che fermeranno questo avvio di anno scolastico, già complicato per le problematiche legate al Covid. Già parte degli istituti non erano pronti a ricominciare: mancano banchi, supplenti, collaboratori scolastici. Si litiga su chi debba misurare la temperatura agli studenti e sui certificati medici per rientrare in classe dopo un’assenza per malattia. Inoltre alle porta c’è l’Election Day del 20 e del 21 settembre che bloccherà il rientro fino al 24. Data in cui era prevista l’apertura della scuola in Puglia, Calabria, Basilicata, Abruzzo e Campania. Invece è probabile che per queste regioni il rientro ufficiale degli studenti a scuola possa essere ulteriormente rimandato al 28 settembre (se non addirittura a inizio ottobre) proprio per lo sciopero proclamato.
La piattaforma delle rivendicazioni è ampia e in linea con le precedenti proteste dei sindacati, che chiedono classi con 15 alunni al massimo e un piano pluriennale serio per porre in sicurezza l’edilizia scolastica. C’è anche l’assunzione di 240mila insegnanti, la stabilizzazione dei 150 mila precari con tre anni di servizio attraverso un concorso accessibile a tutti. Chiesti inoltre l’aumento degli organici della Scuola dell’Infanzia, la stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno e percorsi di specializzazione per chi ha esperienza pregressa. Oltre all’assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici “per ricoprire i paurosi vuoti in organico per la vigilanza” e l’incremento di 20mila fra assistenti amministrativi ed assistenti tecnici. Le risorse, fanno il conto i sindacati, nel Ricovery Fund ci sono. Allo sciopero si aggiungerà il giorno successivo (sabato 26) una manifestazione nazionale del Comitato Priorità alla scuola, alla quale hanno dato il loro sostegno anche i sindacati rappresentativi del comparto scuola, da Cobas a Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals.
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