Green Pass obbligatorio per i docenti, distanziamento e mascherine, il ritorno dietro i banchi di scuola è assicurato da una lunga serie di misure per prevenire il contagio. Ma, a distanza di nemmeno una settimana, aumentano i casi di studenti positivi e parallelamente cresce il numero delle classi costrette alla didattica a distanza. Quali le ragioni? Talvolta la scarsa responsabilità dei genitori, come accaduto a Torino, dove hanno portato due figli a scuola violando l’obbligo di quarantena e causando l’interruzione delle lezioni in presenza. Una situazione destinata a peggiorare, secondo il presidente Anp Roma, Mario Rusconi. Cosa fare dunque per ridurre quarantena e dad agli studenti italiani e assicurare una scuola in presenza? Il governo valuta il ricorso alle micro-bolle su modello tedesco.
Ma in cosa consiste? Già in vigore sugli aerei, questo sistema punta a limitare l’isolamento ai contatti strettissimi di chi viene colpito dal virus. Il “contatto stretto” di un caso confermato COVID-19 nell’ambito di treni, aerei o altro mezzo di trasporto, è definito come una persona che ha viaggiato seduta in treno o aereo, entro due posti in qualsiasi direzione. Sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo dove il caso positivo era seduto. Medesimo discorso potrebbe applicarsi alla scuola, avendo cura di considerare la posizione dei banchi e gli eventuali contatti avvenuti durante intervallo e mensa.
La strategia delle micro-bolle applicata alla scuola consentirebbe di escludere un ritorno forzato in didattica a distanza per la classe intera. In Germania, ad esempio, se si verifica un caso positivo a scuola, lo studente deve immediatamente isolarsi e con lui i contatti più stretti. Gli altri compagni possono invece continuare a prendere parte alle lezioni, ma devono sottoporsi a tampone rapido dopo cinque giorni dal contatto a rischio. In questo modo, l’intera classe non è costretta a osservare la quarantena e il monitoraggio dei contagi viene rinforzato dalla somministrazione di test rapidi. Mentre il Ministero dell’Istruzione e quello della Salute ne valutano la fattibilità, esperti ed epidemiologi mettono in guardia dai possibile rischi di questo sistema. “È troppo pericoloso“, dicono in molti.
Intanto il Codacons giudica eccessivo il numero di classi finito in quarantena, a pochi giorni dall’inizio delle scuole. Così, punta il dito sulla scelta del governo di delegare ai genitori la misurazione della temperatura degli studenti. “E’ indispensabile che siano le scuole a provvedere alla misurazione della temperatura agli allievi“. Così il presidente dell’Associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, che sta preparando una formale diffida al Miur e agli uffici scolastici regionali. Non mancano le polemiche anche sull’organizzazione dei trasporti. “Ci sono criticità specifiche ma non sistemiche, soprattutto nelle grandi città è stato fatto un passo avanti notevole rispetto all’anno scorso“, rassicura il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini assicura.
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