Nei primi giorni di scuola, soprattutto all’inizio dei cicli di istruzione, una delle attività a cui gli studenti dedicano maggiore attenzione è la scelta del posto in cui sedersi o del compagno con cui condividere il banco. Questa decisione non è solo dettata dalle preferenze personali, ma spesso è influenzata anche dalle valutazioni degli insegnanti e dalla disposizione dell’aula, che può limitare le opzioni in base al tipo di banchi disponibili (singoli o doppi).
La psicologia ambientale, la disciplina che studia le reazioni psicologiche agli ambienti fisici, ha da tempo mostrato interesse per l’influenza che la disposizione dei banchi può avere sui processi di apprendimento, sullo sviluppo cognitivo ed emotivo e sui comportamenti in classe.
Scuola: l’influenza della disposizione dei banchi sui comportamenti scolastici
La ricerca in questo campo si concentra nel comprendere se e come diverse disposizioni dei banchi possano favorire determinate attività didattiche, promuovere interazioni sociali o migliorare il rapporto tra studenti e insegnanti. Nonostante l’attenzione scientifica sull’argomento, i risultati delle ricerche indicano che non esiste una disposizione ideale dei banchi applicabile a tutte le situazioni. Ogni configurazione presenta vantaggi e svantaggi, che variano a seconda degli obiettivi didattici perseguiti. Gli insegnanti, infatti, tendono a modificare la disposizione dei banchi in base al tipo di attività da svolgere: i banchi vengono distanziati per le esercitazioni individuali e raggruppati per favorire attività di gruppo.
Le disposizioni dei banchi più comuni a livello globale sono due: quella tradizionale, con file di banchi allineati di fronte alla lavagna, e quella a gruppi o “isole”, dove i banchi sono disposti in piccoli gruppi per favorire l’interazione tra studenti. Negli ultimi anni, la disposizione a gruppetti si è diffusa anche in Italia, sebbene sia usata soprattutto per attività che richiedono cooperazione tra gli studenti. Nonostante ciò, la disposizione tradizionale rimane prevalente in molte scuole italiane, anche a causa della carenza di dati e ricerche specifiche su questo tema nel nostro Paese.
Un studio del 2016, condotto dal ricercatore Francesco Sulla insieme alla professoressa di psicologia Dolores Rollo e alla psicologa clinica Veronica Jotta, ha analizzato gli effetti della disposizione dei banchi sui comportamenti e sulle attività in classe. La ricerca, condotta in nove scuole elementari e cinque scuole medie italiane, ha rilevato che la disposizione più comune nelle scuole (64,5%) era quella tradizionale con file di banchi affiancati. Questa disposizione era particolarmente prevalente nelle scuole medie, dove rappresentava l’87,3% delle aule osservate. Altre disposizioni, come i banchi singoli sparsi o raggruppati, erano meno comuni.
I risultati della ricerca hanno mostrato che, in termini di comportamenti appropriati degli studenti (on-task), non c’erano differenze significative tra le diverse disposizioni dei banchi. Tuttavia, il livello più alto di comportamenti adeguati è stato osservato nella disposizione a banchi sparsi nelle scuole medie e nella disposizione a ferro di cavallo nelle scuole elementari. Questa ultima disposizione, in cui i banchi sono disposti attorno alla cattedra, sembra favorire un maggiore controllo da parte dell’insegnante e una migliore interazione tra studenti e insegnante.
La disposizione tradizionale dei banchi è spesso preferita dagli insegnanti per evitare interazioni indesiderate tra gli studenti e per ridurre le interruzioni durante le lezioni. Tuttavia, ci sono diversi fattori che limitano la possibilità di sperimentare disposizioni alternative. La numerosità degli studenti nelle classi e la necessità di rispettare le normative sulla sicurezza, che richiedono di mantenere sempre libere le vie di fuga in caso di emergenza, rendono difficile l’implementazione di altre disposizioni.
Inoltre, condurre studi sperimentali rigorosi sull’efficacia delle diverse disposizioni richiederebbe interventi più invasivi, come lo spostamento temporaneo degli studenti in altre classi o scuole, il che potrebbe alterare la dinamica normale della “cultura di classe”. Questa cultura di classe è fondamentale per le relazioni sociali e l’apprendimento all’interno del gruppo, e cambiarla artificialmente potrebbe influenzare i risultati delle ricerche.
Alcuni studi degli anni ’90 hanno mostrato che, indipendentemente dalla disposizione dei banchi, esiste un’area della classe in cui gli studenti tendono a mantenere una buona condotta per la maggior parte del tempo. Questa area è chiamata T zone o action zone, e si estende per tutta la prima fila di banchi e lungo la colonna centrale. Gli studenti che siedono in questa zona sono più esposti alla presenza fisica dell’insegnante, che passa frequentemente vicino a loro. Questo potrebbe spiegare perché tendono a comportarsi meglio rispetto a quelli seduti nelle aree più periferiche della classe.
La disposizione dei banchi può influenzare non solo i comportamenti, ma anche i processi di apprendimento. Gli insegnanti possono decidere di raggruppare gli studenti in base a criteri specifici, come il livello di abilità o le relazioni interpersonali. Ad esempio, un criterio comune è quello di creare gruppi di studenti con abilità simili, per facilitare una didattica più mirata. Tuttavia, questo approccio è spesso criticato perché tende a svantaggiare gli studenti con abilità inferiori, che potrebbero non beneficiare della stessa attenzione o delle stesse opportunità di apprendimento.
Un altro criterio di raggruppamento si basa sulle relazioni sociali. Gli insegnanti possono decidere di far sedere insieme studenti che non si conoscono bene per favorire la formazione di amicizie. Alcuni studi dimostrano che bambini e bambine che inizialmente non si piacciono possono diventare più simpatici l’uno all’altro se costretti a condividere il banco per un certo periodo di tempo.
Un articolo del 2020 ha esaminato l’effetto di diverse disposizioni dei banchi sui compiti cognitivi assegnati a bambini nella scuola primaria. I risultati hanno confermato che i compiti individuali basati sul ragionamento logico sono svolti meglio quando i banchi sono disposti in modo sparso. Tuttavia, le prestazioni variavano anche in base a caratteristiche individuali degli studenti, come il genere e la tendenza alla solitudine. Ad esempio, le bambine tendevano a ottenere risultati migliori nei compiti legati alle competenze sociali, in linea con studi precedenti che indicano un vantaggio femminile nello sviluppo delle competenze sociali durante l’infanzia.
La disposizione dei banchi sparsi a scuola sembra anche favorire gli studenti solitari, che tendono a concentrarsi meglio sui compiti quando sono più distanti dai loro coetanei. Questo potrebbe essere dovuto alla loro ipervigilanza nei confronti delle minacce sociali, che li rende più sensibili alla presenza dei compagni.
La disposizione dei banchi in classe è una decisione che può influenzare i processi di apprendimento e le dinamiche sociali tra gli studenti. Comprendere meglio questi effetti potrebbe aiutare gli insegnanti a organizzare meglio gli spazi e a migliorare le interazioni tra studenti, favorendo un ambiente di apprendimento più positivo. Tuttavia, le ricerche future dovranno affrontare le limitazioni logistiche e sperimentali che attualmente impediscono uno studio più approfondito e generalizzabile di queste dinamiche.