Scuola, il rientro il 7 gennaio
è un rebus: tutte le ipotesi

Presenza sì, presenza no, presenza… forse. L’unica certezza resta la data, quella del 7 gennaio, ma le restanti prospettive del mondo della scuola, almeno quelle legate al rientro degli studenti in aula, resta avvolto da una fitta nebbia. Del resto è impossibile prevedere da oggi quale sarà l’andamento dei contagi fra due settimane e i problemi legati a trasporti e tracciamento sono ancora ben lontani dall’essere risolti. Delle indicazioni, in ogni caso, ci sono. Anche se si parla ancora a livello di ipotesi.

50% possibile, ma serve risolvere il nodo trasporti

Quel che appare improbabile è, a monte di tutto, il ritorno in presenza al 75%, come previsto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte (con sorprendente slancio di ottimismo vista la situazione contagi anche all’epoca) nella conferenza stampa in cui presentava il Dpcm del 3 dicembre.

Come riporta il Corriere della Sera, che cita fonti vicine al Governo, la prospettiva è cambiata e si pensa di abbassare al 50% la percentuale degli studenti che potranno tornare ad occupare i banchi delle aule scolastiche. Nella giornata di mercoledì è prevista una riunione sul tema fra i presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Per la decisione definitiva, però, è molto probabile che si debbano attendere i primi giorni di gennaio.

Per quel che riguarda il nodo trasporti, il Governo promette nuovi fondi per venire incontro alle esigenze degli Enti locali. Anche solo il 50% degli studenti, però, riaffollerebbe i mezzi creando un evidente problema di assembramenti. Del resto era già accaduto a settembre. In questo senso si sta cercando di riorganizzare gli orari delle scuole e delle attività che normalmente iniziano allo stesso orario. I possibili sviluppi incuriosiscono, soprattutto perché in questo modo le abitudini degli italiani potrebbero cambiare al di là dell’emergenza sanitaria.

La posizione dei genitori e le incertezze sulla didattica a distanza

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E i genitori? Su tutto il territorio nazionale continuano ad organizzarsi in vari comitati, puntando soprattutto il dito sulla didattica a distanza. Proprio nella giornata di mercoledì, il comitato Priorità alla Scuola ha organizzato manifestazioni in tutta Italia per chiedere la riapertura totale: “La dad non sostituisce la scuola in presenza – sostengono gli attivisti di Proprità alla Scuola nella manifestazione di Torino, intervistati da Sara Iacomussi -. Ma non siamo fiduciosi sulla riapertura. Ci sono ancora problemi con il trasporto pubblico, gli ingressi scaglionati complicano tutto. Una soluzione potrebbe essere il tampone prima del rientro, lo stanno facendo in alcune città come Firenze, dove è stato trovato un tasso di positività bassissimo”.

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