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Un dossier firmato da oltre dieci sindacati. È questa la strada che hanno scelto i medici del Cardarelli per denunciare la situazione di estrema difficoltà, che degenera nella negazione di diritti di pazienti ed operatori sanitari.
“Il problema sappiamo bene essere molto più grande del Cardarelli. La pandemia non ha creato disagi, ha solo esasperato problemi preesistenti” ha commentato Giuseppe Visore, medico del pronto soccorso del Cardarelli. “In questa città, per esempio, si sono chiusi una serie di pronto soccorso. Alcuni non hanno più riaperto, mentre altri sono tati trasformati in ospedali Covid. Crediamo che l’organizzazione all’interno degli ospedali vada un attimo rivista. L’articolo 32 della Costituzione italiana garantisce il diritto alla salute“.
“De Luca può anche continuare a dire che in Campania abbiamo la migliore sanità del mondo ma la verità è che c’è un serio problema di organizzazione“. Così il dott. Franco Verde. “Al Cardarelli, i medici italiani sono trattati malissimo, con contratti sottoscritti a livello nazionale e locale non rispettati. Siamo tornati alla fine dell’800, quando i padroni maltrattavano i sottoposti. Nelle grandi città, come Roma e Milano, ci sono almeno sette o otto ospedali di contorno alle grandi strutture, che fanno tutto quello che si può fare. A Napoli, invece, la situazione è diversa. A De Luca manca una visione politica della sanità campana“.
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