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Dopo la sparizione di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane e residente a Novellara (Reggio Emilia) di cui non si hanno più notizie dal 30 aprile scorso, gli inquirenti hanno diffuso un video del 29 aprile. Nelle immagini si vedono tre persone con una pala, un sacchetto da spazzatura e un piede di porco. Si tratta dei familiari della giovane, tutti indagati.
Secondo quanto stabilito dagli inquirenti, i tre individui del filmato “stavano andando a scavare la fossa” per la ragazza, che si era opposta a un matrimonio combinato. Nel novembre 2020, Saman Abbas aveva già chiesto aiuto agli assistenti sociali dopo essersi opposta alle nozze ordinate dal padre. Trasferita in una comunità educativa nel Bolognese, qualche settimana fa era rientrata in famiglia. Ma da quel momento non si è saputo più nulla.
Del caso si sta ora occupando la Procura di Reggio Emilia, che ha accusato di omicidio premeditato i cinque indagati. Si tratta dei genitori di Saman Abbas, i due cugini Nomanulhaq Nomanulhaq, 34 anni, e Ikram Ijaz, 29, e lo zio. E proprio quest’ultimo, il 33enne Danish Hasnain, potrebbe essere l’esecutore materiale del delitto.
Lo si evince dalla dichiarazione del fratello sedicenne di Saman Abbas, il cui verbale è stato riassunto dalla ‘Gazzetta di Reggio’. Qui si descrive zio Danish come un uomo violento e temuto da tutti in famiglia. A lui si era affidato proprio il padre della giovane, per portarla (si fa per dire) a più miti consigli dopo il no al matrimonio combinato. Al rientro a casa dello zio, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, il 16enne avrebbe quindi intuito l’accaduto.
Secondo il fratello di Saman Abbas, il padre si sarebbe sentito male appena intuito il destino della figlia (“Ha iniziato a piangere. Stava quasi per svenire per mia sorella“, ha spiegato il figlio più piccolo). Il ragazzo suppone che lo zio si sia macchiato di omicidio, dato che al rientro a casa non aveva più oggetti con sé. “Secondo me l’ha uccisa strangolandola. Anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano“, ha ipotizzato.
“Un lavoro fatto bene” e “Se ci chiedono di lei diremo che sta in Pakistan” sarebbero invece alcuni messaggi che in una chat di famiglia avrebbe scritto lo stesso Danish Hasnain vantandosi del suo operato. Saman Abbas, che su Instagram si firmava spesso con l’hashtag “italiangirl” e voleva vivere da occidentale, aveva peraltro immaginato che alcuni parenti stessero pianificando qualcosa di oscuro. In una delle sue ultime conversazioni in chat con il compagno, infatti, aveva affermato in un vocale: “Se non mi senti per 48 ore rivolgiti alle forze dell’ordine“.
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