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Il sindaco Giuseppe Sala ha smentito le voci riguardanti una sua eventuale intenzione di dare vita ad un nuovo movimento politico per unire i riformisti in vista delle prossime elezioni politiche.
“Sono ricostruzioni un po’ fantasiose. Non posso che continuare a dire che non è il mio tempo per un impegno politico nazionale“. Queste le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine delle celebrazioni del 2 giugno in piazza Duomo. “Magari non lo sarà mai, perché la politica è fatta di finestre. Certamente la volontà di riformare la nostra politica verso la via di un ecologismo progressista io continuo ad averla. Sono consapevole però che al momento, anche per acquisire credibilità, devo fare bene a Milano“, ha aggiunto il primo cittadino.
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Sala ha poi parlato del Salone del Mobile. “I segnali sono buoni, c’è molta attesa, in città c’è già molto fermento, anche perché i lavori di preparazione del Salone si fanno già sentire. Credo che sia molto positivo e capita nel momento giusto. Sto vedendo, e ne sono soddisfatto, i dati del traffico aeroportuale che mi ha fornito ieri Sea. Penso che non si debba parlare più tanto di ripresa, perché nessuno sa quale sarà la situazione futura e quanto potrà essere difficile l’autunno. La pandemia potrà ricolpire e bisogna portare a casa quello che si può in ogni momento“, ha concluso il primo cittadino. E sul nuovo bando per la progettazione e gestione del verde in piazza Duomo, Sala ha dichiarato che: “Penso che siamo aperti anche a nuove soluzioni rispetto alle palme. Ora faremo un nuovo bando e vedremo che proposte verranno presentate“.
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“È quanto mai importante riunirsi sotto i valori della Repubblica e della nostra bandiera. Abbiamo la fortuna di avere un grandissimo presidente delle Repubblica e non dobbiamo mai dimenticarlo“. Lo ha detto Sala durante la celebrazione del 76° anniversario della Repubblica. “È un 2 giugno particolare, ma prezioso“, ha aggiunto parlando di Ucraina.
“A me pare che l’Italia stia tenendo una linea molto coerente, nessuno va alla ricerca della guerra e fin dall’inizio le istituzioni, magari qualche partito un po’ meno, ha deciso da che parte stare. Il comportamento del governo e della presidenza della Repubblica è stato encomiabile e – aggiunge – è ovvio che si debba parlare di pace, ma non può essere una resa senza condizioni da parte degli ucraini“.
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