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Secondo la difesa, i tempi del processo Ruby Ter non sono stati volutamente allungati. “Parlare di tecniche dilatorie in questo processo, che ha visto Silvio Berlusconi ripetutamente con problemi di salute tra cui l’intervento a cuore aperto e il Covid, mi sembra fuori luogo“, lo ha dichiarato Federico Cecconi, legale del fondatore di Forza Italia, durante la pausa dell’udienza.
Sulla lunghezza del processo, invece, l’avvocato di Silvio Berlusconi ha affermato: “I pubblici ministeri hanno sentito una sessantina di testimoni. Se vogliamo parlare di tecnica dilatoria, ricordiamoci allora che noi abbiamo rinunciato a circa un’ottantina di testi. Il processo allora potrebbe andare avanti altri due anni, e noi non abbiamo voluto. La requisitoria del ministero non ci ha sorpreso, non ci aspettavamo di certo mazzi di rose e cioccolatini“.
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“Silvio Berlusconi ha avuto il processo Ruby Ter in un momento estremamente particolare della sua vita politica. E si è risolto in modo definitivo con un’assoluzione, perché il fatto non sussiste“, ha aggiunto Cecconi durante la pausa dell’udienza.
Ma c’è un altro argomento di polemica. “Per quanto riguarda l’impiego di termini molto forti utilizzati da parte del pm, io ne prendo atto. Non condivido questa forma di polemica, che rischia di far scendere i toni. A me piacerebbe tenerli più alti e aulici, anche in sede di requisitoria. Questo varrà anche per me di converso in sede di discussione. Ma non posso certo impedire alla controparte di utilizzare determinati termini coloriti, come sultano o vecchio anziano“, ha dichiarato l’avvocato di Silvio Berlusconi.
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Nell’arco dell’udienza, inoltre, c’è stato modo di ricordare una persona che purtroppo è scomparsa dall’epoca dei fatti al centro del processo Ruby Ter e imputati a Silvio Berlusconi. “Ci sarebbe piaciuto tanto avere con noi anche Imane Fadil – ha dichiarato la pm Tiziana Siciliano durante l’udienza requisitoria a Milano –. Per prima cosa perché la morte di una persona così giovane è un fatto molto triste. Ma anche perché ci sarebbe piaciuto che anche voi poteste apprezzare questa persona così particolare“.
“Già in Ruby 1 e 2 le sue dichiarazioni erano state ritenute meritevoli di fiducia, e davano piena contezza della relazione tra Fadil e le altre partecipanti alle serate ad Arcore. E anche della relazione tra lei stessa e Silvio Berlusconi. Quello che traspare con grande chiarezza, e che ci dà la misura di che cosa ha creato questa situazione, è la paura. Paura che ha accompagnato Imane Fadil fino al momento della sua morte. Nella convinzione che il giro in cui era stata coinvolta fosse terribilmente potente e pericoloso“, ha aggiunto la pm.
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