Roma, occupato il Globe Theatre dai lavoratori dello spettacolo

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Occupazione in corso al Globe Theatre di Roma. Sono stati gli stessi operatori del mondo dello spettacolo a decidere di entrare all’interno della struttura per denunciare la loro situazione. Nessuna richiesta di riaperture immediate: l’istanza è quella di ripensare tutte le politiche del settore. E lo si capisce dai cartelli esposti sugli spalti. “Non per noi, ma per tuttx“, “Cultura whatever it takes” e “Interministeriale subito” sono alcune delle scritte che si leggono.

“Un gesto simbolico”: cosa chiedono gli occupanti di Roma

Questa mattina abbiamo occupato il Globe Theatre come gesto simbolico, in continuità con le lotte che tante lavoratrici e lavoratori stanno portando avanti in Italia. Ma anche nel resto dell’Europa“. Così Giorgio Squilloni, attivista e lavoratore dello spettacolo, spiega l’iniziativa in corso di svolgimento a Roma.

Un’iniziativa mossa da motivazioni del tutto diverse rispetto a quelle per esempio di #IoApro, che tante polemiche hanno scatenato sempre a Roma. “Ci tengo subito a sottolineare che noi non chiediamo la riapertura dei teatri – precisa infatti Squilloni, a nome dei lavoratori dello spettacolo –. Perché una cosa che abbiamo già detto quando c’è stata la riapertura a giugno scorso, è che è stata una falsa ripartenza“.

Il dramma dei lavoratori dello spettacolo

Dal rappresentante dei lavoratori dello spettacolo di Roma arriva quindi una spiegazione sull’occupazione del Globe Theatre: “Non vogliamo ripartire alle stesse condizioni di prima. Quello che chiediamo è una riforma strutturale del settore, che metta in sicurezza fisica, contrattuale e reddituale chi lavora nel settore dello spettacolo. Chiediamo insomma che cambi anche il tipo di politica culturale, di investimento pubblico che l’Italia opera nel settore. E che abbia un occhio di riguardo per la cultura di prossimità, non solo i grandi eventi“.

Noi non lavoriamo da un anno. Siamo da un anno senza reddito e senza possibilità di lavorare e poterlo ricevere. Moltissimi di noi hanno cambiato lavoro, i sussidi sono stati esegui e veramente poco regolari. Siamo in seria difficoltà con le spese quotidiane, il pagamento degli affitti, le bollette. La situazione è ormai arrivata al limite. Questo gesto che abbiamo compiuto oggi ne è la dimostrazione giù grande“. Queste sono le parole di Anna, una lavoratrice dello spettacolo a sua volta presente nell’occupazione del teatro di Roma.

Roma: i tamponi al Globe Theatre e le parole di Ascanio Celestini

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Presente al Globe Theatre di Roma anche l’attore Ascanio Celestini. “Io parlo a nome mio e non della categoria, però non è tanto la mancanza di esibizioni. Non è una questione attorecentrica – afferma –. Manca ciò che mancava prima: la ricostruzione del tessuto lavorativo del settore dello spettacolo. Ma poi manca la programmazione. Facciamo un lavoro fondato sulla programmazione. Vediamo che in questo momento non c’è alcuna programmazione per il futuro. Tant’è che dal primo momento i sussidi sono stati dati ai lavoratori per stare a casa, non per costruire il futuro“.

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Al Globe Theatre di Roma si svolgeranno in questi giorni assemblee per costituire alcuni punti da sottoporre al Governo. Gli organizzatori si sono occupati anche di effettuare tamponi rapidi ai presenti.

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