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Diverse centinaia di lavoratori delle Acciaierie d’Italia (ex Ilva) e dell’azienda Jsw di Piombino (Livorno) hanno sfilato a Roma in un corteo di protesta che si è mosso dalla stazione Termini fino alla sede del Ministero dello Sviluppo economico, nel centro della Capitale.
Re David (Fiom): “I lavoratori sono stanchi”
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Francesca Re David, segretaria generale della Fiom (Federazione impiegati operai metallurgici), ha parlato davanti ai cronisti della manifestazione cui lei stessa, e la sua organizzazione, hanno preso parte: “I lavoratori sono stanchi di promesse, sono stanchi di incontri che non si svolgono mai, sono stanchi di non conoscere il loro presente e il loro futuro. Il futuro dell’acciaio è anche il futuro del nostro Paese perché non c’è Pnrr senza acciaio”.
“L’ultimo appuntamento con il governo è stato a luglio – ha poi aggiunto la sindacalista -. Da allora, però, è letteralmente sparito. Continuiamo a non sapere il destino dell’ex Ilva, continuiamo a non sapere il destino di Piombino: siamo in mano alle multinazionali, il governo non dice neanche una parola ed è uno scandalo. Se consideriamo l’indotto andiamo oltre le 50mila persone coinvolte“.
Alla manifestazione anche Fim e Uilm
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Al corteo per le strade della Capitale hanno partecipato anche altre sigle sindacali, come la Federazione italiana metalmeccanici e l’Unione italiana lavoratori metalmeccanici. Il leader della Fim, Roberto Benaglia, ha dichiarato: “Il tempo è scaduto, siamo di fronte a una situazione assurda. In tutto il mondo l’acciaio vale oro in termini di produzione e pagamenti. Solo in Italia abbiamo stabilimenti fermi. Il governo non ci dice più nulla da luglio: né su Taranto, né su Genova né su Piombino“.
A fargli eco il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella: “Il governo deve prendere atto che il processo di privatizzazione è stato sbagliato. Se non interviene ci troveremo con gli impianti fermi e le produzioni dislocate in altre parti del mondo”.
Lo stesso Palombella, dopo un breve incontro con la rappresentanza politica al Mise dopo il corteo, ha espresso insoddisfazione: “E’ stato un incontro assurdo, il ministro era assente e non siamo nemmeno riusciti a ottenere una data per poter discutere il piano industriale. Riteniamo che sia un grave atteggiamento e siamo preoccupati perché non sono in grado di presentarci un piano industriale. A fine mese se non ci daranno l’incontro verremo qui e ci stabiliremo”.