Roma, focolaio Covid in una casa di riposo a Grottaferrata: la situazione

Focolaio di Coronavirus esplode in una casa di riposo di Grottaferrata, alle porte di Roma. Lo rende noto l’Ansa. L’agenzia cita fonti sanitarie, secondo le quali si contano già quaranta positivi e quattro decessi.

La situazione nella casa di riposo di Grottaferrata

L’Ansa spiega anche che la struttura è già stata sottoposta a isolamento. Il cluster, all’interno della struttura non lontana da Roma, è stato individuato nei giorni scorsi. Gli ospiti e gli operatori della casa di riposo erano stati sottoposti a tampone il 14 gennaio scorso. Si parla di positività al tampone per una decina di operatori, tra cui cinque suore.

Fonti locali affermano che all’interno della struttura ci siano ancora alcune suore e diversi pazienti risultati positivi ai test anti Covid. Non sarebbero positivi, invece, altri operatori e la suora responsabile della struttura non distante da Roma. Questo permetterebbe di continuare a provvedere alla gestione della casa di riposo, durante il lasso di tempo necessario a risolvere il problema.

Le prime reti di solidarietà nella Città Metropolitana di Roma

La vicenda è inevitabilmente finita al centro dell’attenzione del Comune. Nello specifico si è già mossa Francesca Maria Passini, presidente del Consiglio comunale di Grottaferrata. A lei si deve l’organizzazione di una rete di solidarietà in grado di fornire la casa di riposo di tutto il necessario. Il Comune dei Castelli Romani ha coinvolto anche la Caritas per le esigenze più stringenti degli ospiti. Solo pochi giorni fa in un’altra Rsa vicino Roma erano morti cinque anziani, ma per intossicazione da monossido di carbonio.

Queste le parole di Francesca Maria Passini: “Mi sono occupata personalmente di organizzare una prima rete solidale, per rispondere alle necessità più impellenti. Tra queste spiccano le forniture di ossigeno utilizzate dagli ospiti anziani. Alcuni di questi ultimi, infatti, hanno chiesto di poter essere curati nella struttura e, per quanto possibile, non essere trasferiti in ospedale“. Di queste esigenze si è occupata in queste ore anche la Asl di Roma.

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