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Marciapiedi e capolinea degli autobus privi di scivoli, mezzi pubblici inadeguati e percorsi per non vedenti occupati da monopattini. Questi sono solo alcuni esempi che ogni giorno possono condizionare la vita di un disabile nella Capitale italiana. Quindi, una Roma caput mundi, ma non per tutti. “La città non è a misura di disabili“, racconta l’esponente di Europa Verde, Alessandro Crescenzi.
Crescenzi è un uomo in carrozzella, costretto a vivere quotidianamente un’odissea per poter vivere la città di Roma. “Purtroppo, come si può vedere già in questa piazza, molte fermate sono state fatte non a misura di disabile. Il capolinea in piazza Venezia è stato completato pochi giorni fa, ma non sono stati installati gli scivoli per prendere l’autobus – spiega ancora l’uomo –. Per me questi sono fatti discriminatori e la discriminazione la combatto vivendo e denunciando“.
I problemi, per le strade di Roma, non si limitano però a questo. “Anche i marciapiedi sono fatti male, con pendenze molto alte – denuncia Crescenzi –. Una persona con carrozzina normale non ci potrebbe salire, perché è estremamente faticoso. Poi ci sono pure i problemi delle infrastrutture. Cioè alberghi non attrezzati, bagni non attrezzati. Tutta una serie di servizi che potrebbero essere utili per i disabili sono negati“.
“Per Roma è una vergogna vedere tanti turisti disabili che trovano molte difficoltà per accedere ai servizi. Soprattutto i percorsi pedonali, i percorsi dei marciapiedi, alberghi, bar e ristoranti, dove i bagni spesso sono insufficienti“. E Crescenzi non ha dubbi: “La città non è per niente attrezzata per i disabili“.
“Prima di tutto nella campagna elettorale in corso ho visto che non si parla di disabilità. Si parla di tutti gli altri problemi meno che dei disabili e della città che non è attrezzata. Non lo è anche per altre categorie che hanno problemi come i nostri“, aggiunge Crescenzi. Che poi spiega quali interventi si dovrebbero fare a Roma: “Ci servono più servizi per la mobilità, con tecnologie avanzate. Oggi esistono, e darebbero la possibilità di far vivere tutte le persone. Perché non vorrei che molti disabili si trovino in carcere, in casa, chiusi senza la possibilità di uscire. E questo perché la città non offre i servizi di cui hanno necessità“.
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