Notte di paura a Roma e in alcune zone del Lazio, colpiti da un violento nubifragio. La Protezione civile regionale nel pomeriggio di ieri aveva lanciato l’allarme emanando una allerta meteo per vento, rovesci e temporali. Ma il clima impazzito si è fatto vedere anche nelle ore successive, con un incendio che ha creato ulteriore paura e disagi.
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Dopo le diffuse emergenze di queste settimane per l’emergenza siccità, nella notte è stata la furia delle acque ad abbattersi su Roma e non solo. La zona nord della Capitale, dall’una del mattino circa, è stata investita da un violento temporale accompagnato da fortissimi venti. Questa era peraltro la paura già espressa da chi conosce bene il Tevere, ci lavora da anni ed è perfettamente consapevole dei fenomeni atmosferici che possono riguardarlo.
Lo aveva fatto quasi un mese fa Dante Mortet, della Società Romana di nuoto 1889, denunciando il livello drammaticamente basso del Tevere a Roma. Ma aggiungendo anche i rischi che l’arrivo di piogge torrenziali avrebbero potuto portare con sé. Con la siccità, infatti, anche i temporali diventano paradossalmente un nemico della natura. “Spesso in estate si verificano piogge potenti – disse Mortet –. Questo però fa riversare nel fiume sostanze che uccidono. Già l’anno scorso è successo, e ora rischiamo di ritrovare di nuovo centinaia di migliaia di pesci morti nel tratto urbano. Dal punto di vista turistico ma soprattutto sanitario questo porterebbe a una crisi enorme“.
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Nel giorno successivo, peraltro, è scoppiata una nuova emergenza in direzione opposta. Un incendio è infatti divampato poco dopo le 13:00 a Roma, nella zona di via Casal Monastero, nell’area nord est della Capitale. Sul posto quattro squadre dei Vigili del fuoco con due autobotti e l’intervento anche dell’elicottero. Intervenuti anche autobotti della Protezione civile. Le fiamme sono partite dalla vegetazione ma, spinte anche dal vento, si stanno avvicinando ad alcune abitazioni. Il fumo inoltre rischia di compromettere il traffico veicolare sul vicino Gra. Sul posto la Polizia Locale di Roma Capitale.
Gli incendi, va da sé, sono tra le conseguenze del caldo torrido e della siccità. Il Lazio già un paio di settimane fa ha iniziato a lavorare per entrare in stato di calamità, e il presidente Nicola Zingaretti ha promesso l’invio ai sindaci delle prime misure di contenimento della siccità. I primi razionamenti per i terreni agricoli furono avviati a Frosinone e a Latina. E tra le testimonianze più drammatiche di queste settimane spicca quella di Michele Gallotta, dell’Azienda agricola Antiqua alle porte di Roma. “Qui avevamo un appezzamento di 40 ettari, tutto seminato a grano. Ma la produzione è scesa al 50%, e non abbiamo alternative. Dobbiamo aspettare la pioggia, perché non possiamo usare l’acqua delle sorgenti per l’irrigazione“, spiegò.
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