Referendum cannabis, 630mila firme consegnate in Cassazione

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Questa mattina sono state consegnate in Cassazione 630mila firme digitali per la legalizzazione della cannabis raccolte dal comitato promotore del referendum. L’obiettivo è andare al voto nella prossima primavera per chiedere la modifica dell’attuale legge.

Marco Cappato: “Partiti incapaci di decidere”

“Legalizzare è un elemento di ragionevolezza, basta intasare i tribunali e riempire le carceri. I partiti italiani sono incapaci di decidere e superare i veti incrociati, lo abbiamo visto con il Ddl Zan. Il popolo italiano si riprende la ragionevolezza con il referendum”. Così Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

Referendum cannabis, i promotori della raccolta firme

Oltre all’Associazione Coscioni, fra i promotori ci sono anche Meglio Legale, Forum Droghe e Antigone Società della Ragione. Ma anche i rappresentanti di tre partiti: +Europa, Radicali Italiani e Possibile. La raccolta firme aveva toccato quota 500mila (quella cioè necessaria per indire il referendum sulla legalizzazione della cannabis) in una sola settimana a settembre.

Cannabis legale, Meloni: “FdI a disposizione per comitato per il no al referendum”

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Mentre i promotori del referendum sono pronti a fare dei passi avanti, c’è anche chi si sta organizzando per fermare tutto. È il caso di Giorgia Meloni, che a Montecitorio ha dichiarato di essere pronta a organizzare un comitato per il no al referendum. “Nel giorno in cui avviene il deposito delle firme per il referendum sulla legalizzazione della cannabis, FdI è a disposizione per organizzare il comitato per il no al referendum. Crediamo che la legalizzazione sia una follia nella nazione in cui c’è il più alto tasso di utilizzo di droghe presunte leggere tra i giovani. Dopo aver tolto loro il diritto alla socialità, ad un’educazione adeguata, ad un posto di lavoro dignitoso, quello che lo Stato e le istituzioni sono in grado di regalare a questa generazione è la droga libera. È un messaggio folle. Il comitato dovrà essere trasversale, ne parlerò con gli alleati perché è una battaglia di civiltà“.

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