È il giorno del Recovery Plan, sul tavolo del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e di tutto il Governo. Le 10 di sabato mattina erano orario e data in cui discutere il famigerato Pnrr, quel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dovrà poi essere sottoposto alle Camere. Ma i motivi di divisione non mancavano. E infatti, come confermato dall’Adnkronos, l’inizio del Consiglio dei Ministri è slittato. “Non si sa quando si fa“, avrebbe detto un ministro all’agenzia.
Nella bozza di 318 pagine del Recovery Plan, come anticipava l’Ansa in mattinata, sono tratteggiate sei missioni, quattro grandi riforme, tre priorità trasversali di sostegno a giovani, donne, Sud. Previste 30 grandi infrastrutture di ricerca e uno di eccellenza per le epidemie. La stima del suo impatto sul Pil “sarà nel 2026 di almeno 3,6% più alto“. Stop a Quota 100, accesso snello, semplificazione e digitale per la P.A, la laurea varrà già come esame di Stato. Più gare nei servizi pubblici, 25 miliardi per i treni veloci. Non è prevista la proroga del Superbonus fino al 2023.
Il Recovery Plan deve essere approvato dal Parlamento entro il 30 aprile, giorno in cui va necessariamente inviato all’Europa. Il tempo, insomma, stringe. Eppure alcuni temi già infiammano il dibattito politico. Anche all’interno della stessa maggioranza di governo. A fine 2021, per esempio, scadrà Quota 100, cara alla Lega, e al suo posto ci saranno nuove misure pensionistiche per chi svolge lavori usuranti. Niente rinnovo per il Cashback di Stato, manca anche la proroga al 2023 per il Superbonus. L’agevolazione al 110% per le ristrutturazioni edilizie viene confermata com’è oggi, fino al 2022, ma i fondi non crescono.
E se la scomparsa di Quota 100 dal Recovery Plan inevitabilmente scatenerà il disappunto della Lega, già arrivano le prime proteste per quanto riguarda il Superbonus. “Si tratta di una misura creata dal Movimento. La sua proroga è indispensabile e imprescindibile per la transizione ecologica. Si ricorda che proprio la transizione ecologica è la matrice che ha fatto nascere questo governo“, affermano fonti M5s raggiunte dall’Ansa. Forza Italia la pensa allo stesso modo: “Questa proroga era tra le proposte vincolanti fatte da Fi al governo nel piano presentato nei giorni scorsi. Avevamo chiesto la proroga di un anno“.
La realtà è che il grosso del Recovery Plan è ormai definito e difficilmente cambierà. Tra le varie misure presenti nel Pnrr citiamo gli investimenti da 6,7 miliardi per le rinnovabili, internet veloce a 8 milioni di famiglie e 9 mila scuole, 25 miliardi per la rete ferroviaria veloce, 228 mila nuovi posti negli asili.
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